La situazione del canile di Porto Torres è critica.
A Porto Torres sale la tensione per la situazione dell’ex mattatoio e del canile. Dopo il trasferimento coatto della famiglia di accumulatori seriali avvenuto di recente, si ripropone la urgente necessità della bonifica dell’intera area in località Andriolu, già sede del mattatoio comunale prima e del campo nomadi poi e divenuta a partire dal 2012 una enorme discarica di rifiuti di ogni genere.
Un’area che va bonificata al più presto, fa sapere la Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sezione di Porto Torres, poiché il sito è stato dichiarato altamente insalubre anche dai vigili del fuoco, intervenuti sul posto per verificare la presenza di diversi gatti abbandonati al loro destino in conseguenza del trasferimento della famiglia di accumulatori seriali non solo di rifiuti ma anche di animali.
Critica anche la situazione del canile comunale sorto negli anni ’90 come rifugio temporaneo per combattere il randagismo, sorto proprio sull’area del vecchio mattatoio comunale, con i box dei cani ricavati dalle vecchie stalle per gli animali destinati alla macellazione.
“E’ ormai una struttura fuori norma che dovrebbe essere chiusa al più presto perchè priva dei requisiti normativi atti a garantire il benessere animale previsto dalle leggi vigenti, quali la mancanza di adeguata area verde di sgambamento per i poveri trovatelli che magari passeranno un’intera vita in canile, permettendo la bonifica dell’intera area ex mattatoio – afferma Sebastiano Candidda, rappresentante della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – Quel canile già interessato nel 2014 da un provvedimento di chiusura (det. n. 6 del 17.03.2014) per sovraffollamento e mancanza di requisiti a firma del dirigente del Settore Ambiente, è uno schiaffo morale intollerabile per la sensibilità acquisita negli anni dalla collettività turritana verso gli animali da affezione e che ha portato la città ad essere esempio virtuoso nella lotta al randagismo, grazie anche alla presenza di varie associazioni di volontariato”.
L’associazione ritiene che l’amministrazione non ha preso provvedimenti per risolvere la situazione del canile. “Per la chiusura del rifugio e il trasferimento dei cani in un opportuno ampliamento del nuovo canile ubicato a Monte Rosè ed inseribile nel PUC di prossima definitiva adozione, si sarebbero potuti utilizzare i 355,000 euro stimati per la bonifica dell’area concessa in uso dalla giunta Scarpa, ma purtroppo negli anni nessuna azione preventiva di controllo è stata posta in essere dagli uffici comunali competenti, nonostante fosse ben nota la condotta della famiglia, affetta da disturbo da accumulo di rifiuti e animali”.
La situazione è critica anche per la presenza di topi e il rischio di contagio della leptospirosi. Il Comune aveva disposto i fondi per bonificare la maxi discarica dell’ex mattatoio, inseriti nella variazione al bilancio di previsione, certificando come l’area fosse un muro di rifiuti pericolosi accatastati da accumulatori seriali. L’argomento era diventato oggetto di interpellanza da parte dei consiglieri comunali del Psd’Az, Alessandro Pantaleo e Bastianino Spanu.