Un commesso di Porto Torres vince il ricorso contro l’Inps.
Per anni ha lavorato come commesso a Porto Torres, conducendo una vita ordinaria. Poi sono arrivati i primi segnali di malessere: inizialmente la diplopia, seguita da una crescente debolezza muscolare che ha progressivamente limitato ogni attività quotidiana. Dopo visite specialistiche e accertamenti, i medici hanno diagnosticato la miastenia gravis, una patologia neuromuscolare autoimmune che compromette la comunicazione tra nervi e muscoli, rendendo faticosi anche i movimenti più semplici.
Di fronte al peggioramento delle sue condizioni, il 43enne di Porto Torres ha presentato domanda all’INPS per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile. Tuttavia, secondo quanto stabilito dalla prima commissione medica, il grado d’invalidità sarebbe stato pari al 46%, percentuale che non dà diritto ad alcuna forma di sostegno economico.
Il diniego ha spinto l’uomo a rivolgersi al Tribunale del Lavoro. Il suo legale ha evidenziato come la patologia incidesse pesantemente sulla qualità della vita e rendesse di fatto impossibile ogni attività lavorativa. La documentazione allegata includeva certificazioni redatte da specialisti del reparto di Neurologia dell’Aou, secondo cui la sintomatologia comprometteva in modo grave anche le funzioni più elementari.
Nel corso del procedimento, il giudice ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio. Il consulente ha valutato l’invalidità al 74%, ritenendo che la condizione clinica comportasse un “bisogno di sostegno intensivo”. Sulla base di questa valutazione, il giudice ha riconosciuto il diritto all’assegno di invalidità civile con decorrenza da luglio 2023, mese in cui l’uomo aveva inoltrato la domanda.
Oltre al riconoscimento dell’invalidità, il Tribunale ha condannato l’INPS al pagamento delle spese legali.