Un anno di solidarietà per l’Avis di Porto Torres: “La nostra forza sono i giovani”

L’impegno dell’Avis di Porto Torres.

La solidarietà ce l’hanno nel sangue, letteralmente. Il gruppo Avis di Porto Torres, presieduto da Marco Marginesu, 28enne studente di infermieristica, è tra i più numerosi della provincia di Sassari, se non addirittura della Sardegna. Il giovane, che vorrebbe specializzarsi nell’area critica e manageriale, si è spesso confrontato con incidenti, arresti cardiaci e talvolta decessi. Questo, tuttavia, non ha impedito alla passione di emergere, insieme alla sensibilità che caratterizza il lato umano e professionale del volontariato. Ci racconta, in questa intervista, l’importanza di donarsi agli altri, ma soprattutto di donare il sangue.

Marco, come nasce la tua esperienza nell’Avis?

“Non posso parlare di me, senza ringraziare Alfio Galvagno, il mio braccio destro e vice presidente vicario dell’Avis di Porto Torres. Senza lui, che coordina il sistema donazionale, non potrei far nulla. Quanto al mio impegno, invece, posso dire che sono stato eletto presidente di questa splendida associazione nel 2017 e rieletto all’unanimità nel 2021. È stata una scommessa interiore, che ha acceso in me la voglia di aiutare il prossimo. Sono già 10 anni, dal 2011, che svolgo servizio nel soccorso. Mi considero altruista e nell’Avis conoscevo già diverse persone. Qui mi sono sentito motivato a proseguire in questo persone. Infine, oltre ad essere un soccorritore e socio donatore, sono medaglia d’oro tra i donatori, avendo donato oltre 50 sacche di sangue e plasma”.

L’Avis a Porto Torres è una realtà molto importante.

“Sì. A Porto Torres siamo presenti dal 1978 e contiamo 850 soci, e 40 volontari impegnati nel soccorso, suddivisi in diverse fasce d’età. Dai giovanissimi agli over 80. Alcuni di questi sono studenti di medicina e infermieristica, altri frequentano gli istituti superiori o sono liberi professionisti. Ciascuno ha diverse mansioni e sicuramente non ci annoiamo. Siamo una grande famiglia, nel vero senso della parola. Insieme ci siamo quotati, a nostre spese e senza alcun contributo economico esterno, e abbiamo rimesso in sicurezza la nostra sede in via Azuni. Ci è costato ben 50mila euro, ma sono soddisfatto nell’affermare che i lavori si sono conclusi in anticipo consentendoci di avere un nuovo tetto, una nuova facciata, sistema elettrico e idrico. Presto ristruttureremo anche il piano di sotto dove si effettueranno le raccolte sangue. Siamo un punto fondamentale per la città”.

Come procedono le donazioni di sangue?

“Le donazioni purtroppo sono in calo. Molti, essendosi vaccinati, hanno titubato in quanto non avevano certezza sul quando effettuare la donazione. In altri casi, invece, le donazioni sono saltate a causa della mancanza di medici. Molti, purtroppo, sono stati contagiati e anche questo ha inciso. È anche vero che dopo il periodo di chiusure le persone si sono sentite molto più libere e meno consapevoli del problema. Comunque non ci perdiamo d’animo. Quest’anno riprenderemo con le raccolte nella piazza del Comune, avvertendo i concittadini attraverso la nostra auto che, dotata di trombe, diffonde al meglio il messaggio: donare”.

Alla luce dei contagi, sempre crescenti, cosa pensi?

“Penso sia fondamentale vaccinarsi. L’emergenza è in costante peggioramento, questo è sotto gli occhi di tutti. In troppi preferiscono il tampone, oppure si sottopongono diverse volte al test specialistico con solo una dose. Piuttosto si dovrebbe concludere il ciclo vaccinale, fino alla terza dose. Soprattutto, ci tengo a sottolinearlo, dobbiamo ascoltare i consigli e le disposizioni che vengono fornite da medici e infermieri, non da chi è completamente estraneo al settore”.

Il fiore all’occhiello della vostra associazione è il gruppo giovani, cosa fate nello specifico?

“Il gruppo giovani nasce per coinvolgere i ragazzi e le ragazze, dai 18 ai 35 anni, e sensibilizzarli alla donazione, ma anche per formarli ad essere i dirigenti del futuro. Sono molto attivi. Parlano nelle scuole, organizzano incontri di formazione e si impegnano nel servizio di soccorso. Da sempre abbiamo puntato sull’inclusione e lo dimostra la presenza di un giovane studente del Nautico, originario della Guinea“.

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