La prima manovra del Governo Meloni: ecco gli interventi

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La manovra del Governo Meloni.

Una manovra economica da 35 miliardi di euro per il 2023 destinata, si auspica, a portare benefici per le numerose famiglie italiane e della Sardegna. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, l’ha definita coraggiosa puntando sulla crescita e la dovuta attenzione ai redditi più bassi. Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie con un Isee massimo di 12mila euro, salito a 15mila. La platea per le famiglie si allarga, ma per quelle più bisognose vale 9 miliardi di euro.

Le tasse piatte in manovra.

La prima “tassa piatta” riguarda i redditi incrementali alle partite Iva con il 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40mila euro. La seconda riguarda l’aumento della flat tax a 85mila euro e l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro contro il 10% previsto attualmente.

Congedo parentale.

Per quanto concerne il congedo parentale, verrà retribuito fino all’80%, mentre fino a ieri veniva pagato solo il 30%. Utilizzabile fino al sesto anno di vita, servirà come salvadanaio in caso di situazioni economiche particolarmente difficili. Altresì i provvedimenti per la famiglia e la natalità valgono un miliardo e mezzo. L’assegno unico verrà aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino e la stessa percentuale per 3 anni alle famiglie numerose. L’Iva sui prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili. Confermate inoltre le misure per acquisto della prima casa ai giovani.

Il rinvio della plastic tax.

Rinviata di un anno l’entrata in vigore della plastic tax e sugar tax. Verranno introdotti, invece, i buoni per lavori in agricoltura e nel settore della cura della persona in particolare per lavori domestici fino a 10mila euro. Una misura utile a regolarizzare il lavoro stagionale e occasionale.

Il caro bollette nella manovra.

Sul caro bollette l’esecutivo interviene con 21 miliardi su 35 a disposizione. Le scelte riguardano i crediti di imposta per le aziende, che verranno aumentati dal 40 al 45% per le aziende energivore e fino al 35% per le non energivore. Nella stessa manovra vi sarà la tregua fiscale, ovvero non verranno annullate le cartelle inferiori a 1.000 euro e precedenti al 2015. Per tutti gli altri si paga con una maggiorazione unica del 3% e la possibilità di rateizzazione.

La questione delle pensioni.

Le pensioni minime verranno rivalutate del 120%, con un meccanismo di aumento fino a 2mila euro, “mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35%“, ha spiegato Giorgia Meloni. La manovra punta ad intervenire sullo scalone pensionistico che sarebbe scattato dal prossimo primo gennaio, scongiurando la pensione a 67 anni. Si potrà dunque andare in pensione a 62 anni con 41 di contributi. Chi decidesse di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti non potrà prendere una pensione superiore a 5 volte la minima, quindi tra i 62 e i 67 anni, fino a maturazione dei requisiti.

Il Reddito di Cittadinanza.

Sul Reddito di Cittadinanza il Governo assicura la tutela a chi non può lavorare, aggiungendo le donne in gravidanza, ma per chi può si abolirà alla fine del 2023 e non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro. Nessuna cancellazione, invece, per quanto riguarda l’Iva sui beni primari come pane e latte.

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