Nurra tra abbandono e fotovoltaico, il Comitato chiede risposte

Nurra

Abbandono e fotovoltaico minano la Nurra.

Il Comitadu pro sa Nurra lancia un forte appello al sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, denunciando una trasformazione radicale e preoccupante del territorio comunale, tradizionalmente legato all’agricoltura. In una lettera inviata all’amministrazione, il gruppo di lavoro specializzato nello studio del territorio evidenzia come l’area della Nurra, un tempo caratterizzata da coltivazioni di grano, vite e olivi, sia oggi in profondo cambiamento. “Non si semina più il grano, la vite è quasi assente, c’è poca olivicoltura”, spiegano, sottolineando come questa evoluzione contrasti con le politiche promosse dall’Etfas tra il 1951 e il 1984, che avevano visto l’esproprio di terreni incolti per darli ai contadini senza terra.

Oggi, invece, i terreni agricoli finiscono nelle mani degli speculatori dell’energia, un fenomeno che, secondo il Comitadu, sembra sfuggire al controllo dell’ente pubblico, soprattutto del Comune e ora della Città Metropolitana. “Non è auspicabile che questo passi inosservato all’amministratore – scrivono -. Il sindaco dovrà chiarire al cittadino sassarese se intende assecondare lo speculatore oppure opporsi, magari predisponendo un piano B, nel caso la Legge 20/2024, attualmente in vigore, venga annullata dalla Suprema Corte”.

Secondo il Comitadu, l’abbandono delle terre, conseguenza di politiche europee inefficaci e della mancanza di una strategia locale, ha favorito la disponibilità di vaste aree per impianti industriali di produzione energetica. Terreni agricoli della Nurra e dell’agro sassarese, situati a Ovest e a Est del Riu Mannu, sono stati messi in vendita o affittati con contratti ventennali. La superficie complessiva interessata è paragonabile a quella del Comune di Porto Torres senza l’isola dell’Asinara, circa 52,4 chilometri quadrati. La mappa allegata alla lettera mostra in dettaglio i terreni coinvolti in grandi progetti agrivoltaici e fotovoltaici, per un’estensione di circa 35 chilometri quadrati, consultabili tramite il Ministero della Transizione Ecologica.

“A vendere o affittare sono i figli degli assegnatari Etfas che non coltivano più, eredi disinteressati, coltivatori e allevatori costretti a lasciare l’attività per malattia, proprietari assenteisti”, si legge nella missiva, che contesta il silenzio dell’amministrazione comunale di fronte a questa speculazione. Viene richiamata anche la preoccupazione per possibili infiltrazioni criminali nel settore, richiamando le parole del Procuratore Generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, ex magistrato antimafia, che ha denunciato il rischio di infiltrazioni mafiose in occasione di un’intervista rilasciata nel febbraio 2025.

Il Comitadu ha recentemente presentato pubblicamente i risultati delle proprie ricerche, alla presenza di un’assessora delegata, anche se non è stato possibile stabilire un dialogo continuativo con l’amministrazione. “Riteniamo fondamentale instaurare un rapporto costruttivo – affermano –, che possa essere complementare o, in caso di divergenze, alternativo o sostitutivo, per tutelare e promuovere il territorio”.

Nel documento si delineano inoltre alcune aree di possibile collaborazione, come la promozione dell’agricoltura specializzata (viticoltura, cerealicoltura, olivicoltura e allevamento), la lotta alla desertificazione seguendo il progetto Medalus, la valorizzazione dei beni culturali (Domus de Janas, Monte d’Accoddi, Crocifissu Mannu, Ponte Secco, Truncu Reale) e la tutela di siti paleontologici come quello di Fiume Santo.

In questo scenario, la modifica delle destinazioni d’uso del territorio, da zone agricole a zone industriali, appare drammatica e sottolineata nella mappa con 35 chilometri quadrati di progetti di grande impatto. L’invasione di pannelli fotovoltaici – calcolata in milioni di metri quadrati – rischia di alterare profondamente il microclima e il clima locale, un aspetto che, secondo il Comitadu, deve essere regolato da Comune e Città Metropolitana, che non possono delegare decisioni così rilevanti alle singole iniziative private.

Il Comitadu pro sa Nurra conclude chiedendo un incontro urgente con il sindaco e una sua delegazione ristretta, nella speranza di avviare un confronto che eviti di consegnare una parte significativa del territorio sassarese alla speculazione energetica senza un controllo pubblico e senza un progetto condiviso.

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