Dopo le accuse del Comune la confessione dell’addetta alle pulizie di Casa Serena

Ricostruiti gli ultimi attimi a Casa Serena.

L’emergenza coronavirus a Casa Serena è ancora presente. Un’altra addetta alle pulizie della contestata impresa di pulizie decide di raccontare la sua versione. Lo fa in modo minuzioso collocando i fatti in ordine cronologico. “Nessuno era preparato ad affrontare un’emergenza del genere. Ritengo sia profondamente ingiusto essere accusati di aver abbandonato il posto di lavoro.”  La signora ripercorre  i momenti più salienti: “Parto dal giorno 9 marzo. Lo ricordo in modo particolare perché ho visto gli OSS bardati con sovra camici, mascherine, una cosa mai vista prima. Noi addetti abbiamo prestato servizio  nelle giornate del 9, del 10 e dell’11 marzo”, racconta.

Il 18 apprendono che un’ospite era risultata positiva al coronavirus. Vengono allora effettuati i tamponi a 5 anziani che risultano anch’essi positivi. Il 20 una collega dell’impresa sta male e le viene chiesto di non presentarsi a lavoro a scopo precauzione. “Con una squadra di 5 persone ci siamo messi a disposizione per la bonifica e la sanificazione dei locali utilizzando un macchinario particolare. Non abbiamo potuto farlo. Ci è stato detto che materialmente non c’era abbastanza personale per spostare gli ospiti. Non era chiaro chi fossero i positivi e chi i negativi”, confessa.

Poi arriva il tampone al personale dell’impresa: 3 risultano positive. Scatta la quarantena e il servizio viene sospeso fino a nuovo ordine. “Non abbiamo mai abbandonato Casa Serena. Con che criterio si poteva entrare in una struttura contaminata con il rischio di infettarsi?“, si domanda.

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