Democrazia partecipata, il convegno a Sassari per restituire la politica ai cittadini

Incontro a Sassari per studiare misura dell’assemblea di cittadini.

Ridemocratizzare la democrazia”. Queste le parole d’ordine dell’incontro organizzato ieri a Sassari nella Sala Angioy della Provincia con lo scopo di rianimare lo stato comatoso della partecipazione popolare ai processi democratici.

“Se il 54 per cento – afferma Mariano Brianda, promotore dell’affollata riunione con il Comitato Siamo tutti importanti – degli aventi diritto non va a votare è un problema serio”. “Tutti gli indicatori – aggiunge Stefano Sotgiu, referente di Politici per caso che, insieme a Prossima democrazia, è l’altro coordinatore del convegno – ce lo dicono: c’è un enorme vuoto tra classe dirigente e popolo”. Come recuperare quindi i cittadini disertori  delle urne? Come re-includendoli nel meccanismo d’impegno sociale sottraendoli all’autocrazia social?

La ricetta, già in uso in tre quarti del globo, è l’assemblea di cittadini. “Campioni stratificati di popolazione – spiega Sotgiu – chiamati con l’estrazione a sorte a offrire il contributo su alcune tematiche attraverso discussioni e argomentazioni”. Le due componenti ormai escluse dalle rappresentanze – “che spesso non rappresentano nulla” – nelle varie Aule della democrazia italica, dal parlamento in giù. “Si tratta di gruppi  – sottolinea Sotgiu – che, aiutati da esperti, dopo un processo di formazione/informazione votano risoluzioni da proporre ai decisori politici i quali possono poi accogliere, rigettare o modificare”. Tutto questo, chiosa Brianda, “imporrebbe alla politica di non sfuggire al confronto”. Ora Politici per caso – lo spiega in diretta web Samuele Nannoni, esponente nazionale del gruppo – punta a una proposta di legge per introdurre l’assemblea cittadina a tutti i livelli e non solo nei casi isolati, per adesso, di Torino, Milano e Bologna, dove l’idea è divenuta realtà.

E in sala c’è chi testimonia della bontà della misura: si chiama Giuseppina Olia, insegnante, sorteggiata per partecipare a tre incontri, in compagnia di altri cittadini del Vecchio Continente, con l’obiettivo di proporre cambiamenti sulla comunità europea, in particolare nell’ambito della migrazione. “Un’esperienza entusiasmante – commenta la professoressa – che ci ha fatto sentire importanti”. Ci pensa poi Salvatore Casu, docente di diritto amministrativo, a inquadrare la fattibilità della Democrazia partecipata mentre la prorettrice per i rapporti tra Università e territorio Antonietta Mazzette si chiede quanto questi cittadini possano realmente dire la loro quando i comitati, perlomeno a Sassari, sono ignorati come, ad esempio, quelli dell’Orto botanico e della Metropolitana di superficie. Brianda chiude asserendo che esistono strumenti come l’istruttoria e altre norme per dare potere ai cittadini. L’impressione complessiva però è che la strada sia ancora molto lunga.

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