L’intervento dell’Ordine dei Medici di Sassari.
È giunta anche all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari, così come all’assessore regionale alla Sanità, ai Commissari delle Aziende sanitarie, alle organizzazioni sindacali e agli altri Ordini provinciali, una nota sottoscritta da 10 responsabili dei Pronto soccorso della Sardegna. Il documento nasce in seguito al caso del decesso di una donna all’ospedale di Carbonia e alla vasta eco mediatica che ne è scaturita, con particolare riferimento ai commenti relativi a presunte responsabilità professionali.
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“Non è compito dell’Ordine Professionale assumere posizioni a carico o a difesa di nessuna delle Parti coinvolte, tuttavia si coglie l’occasione per evidenziare che, in fasi tanto iniziali, qualunque giudizio anticipatorio, da parte di chi non conosce né può conoscere i dettagli della vicenda, oggetto invece di possibili verifiche da altre autorità competenti, è da ritenersi non solo scorretto sotto il profilo tecnico, ma addirittura avventato, imprudente ed irresponsabile rispetto al rischio di alimentare un clima di sospettosità ed aggressività nei confronti degli operatori sanitari – affermano dall’Ordine -. Ciò premesso, si ritiene che la succitata nota debba essere oggetto della massima attenzione in quanto espressione di una serie di criticità ben evidenziate dai firmatari e meritevoli quanto meno di approfondimento ed eventuali provvedimenti correttivi”.
Nel documento, i direttori dei Pronto soccorso della Sardegna si dichiarano compatti nel difendere la categoria e la collega dell’Asl 7 di Carbonia, finita al centro delle polemiche dopo la morte della paziente in attesa di ricovero. “Siamo vittime del sistema e non siamo responsabili delle lunghe attese e dei mancati ricoveri, anche noi siamo vittime di un sistema che non funziona”. Con queste parole, i firmatari rivendicano la necessità di riportare l’attenzione sulle difficoltà strutturali e organizzative che affliggono il servizio di emergenza-urgenza nell’isola.
Nello stesso documento, sottoscritto da 14 dirigenti medici provenienti da strutture che vanno dal Brotzu di Cagliari al San Francesco di Nuoro, dal San Martino di Oristano al Paolo Merlo de La Maddalena, emerge un duplice intento: esprimere solidarietà alla collega coinvolta e denunciare le carenze di un sistema sanitario che, secondo i responsabili dei Pronto soccorso, mette quotidianamente in difficoltà gli operatori. “Difendiamo chi ogni giorno regge il sistema”, si legge nel testo, che invita a non trasformare singoli episodi in processi sommari ma a promuovere invece un confronto serio sulle condizioni in cui medici e personale sanitario sono costretti a operare.





