Folla a Sassari all’incontro con la scrittrice iraniana Pegah Moshir Pour

La scrittrice iraniana Pegah Moshir Pour a Sassari. Nel giorno in cui Israele ha colpito obiettivi strategici in Iran, facendo temere un’escalation senza precedenti in Medio Oriente, a Sassari, nella Sala conferenze della Fondazione di Sardegna, non c’era spazio per l’indifferenza.

Stracolma di pubblico, con decine di persone rimaste fuori per l’assenza di posti disponibili, la città ha accolto Pegah Moshir Pour, attivista e scrittrice iraniana, per un incontro che si è trasformato in un rito civile di resistenza, emozione e consapevolezza.

L’evento, quarto appuntamento della Scuola di Politica “Domucratica” promossa dalle ACLI Provinciali di Sassari, si è caricato di un’emotività inaspettata: la coincidenza con l’attacco israeliano nella regione di Isfahan, cuore del programma nucleare iraniano, ha trasformato il dibattito in un momento di drammatica attualità geopolitica.

«Sono ore burrascose – ha esordito Moshir Pour – e vi ringrazio per dedicare questo momento alle persone che non ci sono più, a chi combatte, a chi rischia tutto. Perché finché gridiamo, non ci potranno mai mettere a tacere». Il suo intervento ha toccato i nodi più sensibili dell’autoritarismo iraniano: la censura, le repressioni, l’oppressione sistemica delle donne, documentata anche nei materiali proiettati durante la serata. A contestualizzare i temi è stato il politologo Marco Calaresu, docente all’Università di Sassari, che ha fornito una lucida lettura del nuovo equilibrio precario tra Teheran e Tel Aviv, mentre la giurista Silvia Angioi ha analizzato con profondità i profili di diritto internazionale connessi alla condizione delle donne e alla responsabilità degli Stati.

Ma è stato il teatro, come spesso accade, a dire l’indicibile. Gli allievi e le allieve della scuola Arts Tribu – Faro Teatro, diretti da Valeria Alzari, hanno portato in scena monologhi liberamente ispirati alle testimonianze di Golshifteh Farahani e Sahar Zand, due figure-simbolo della diaspora iraniana. Voci spezzate, sussurrate, poi gridate, che hanno raccontato l’esilio, la prigionia, la violenza e la libertà. In platea, presenti molti attivisti delle associazioni Ponti non Muri, Emergency, Amnesty, UISP, Intercultura e Associazione Scienze Politiche, c’è chi ha pianto. E proprio l’emozione ha segnato anche il lungo firmacopie a cui Pegah si è generosamente concessa, dialogando con chi le portava il suo libro La notte sopra Teheran, quasi a cercare conforto o una risposta.

La serata, moderata da Giuseppe Fresu, presidente delle ACLI provinciali, ha visto anche la partecipazione dell’assessore Salvatore Sanna in rappresentanza del Comune di Sassari. A completare il quadro, gli interventi di Loredana Barra (UISP) e Lavinia Rosa (Ponti non Muri), che hanno rilanciato il ruolo centrale delle donne nella lotta per la libertà dei popoli e delle nazioni.

Sassari ha così rivendicato la sua vocazione di città culturalmente vigile, dove la politica è ancora parola pubblica e la democrazia non è solo un principio, ma un esercizio quotidiano di ascolto. In una notte in cui le bombe cadevano su un altro cielo, all’alba di una nuova guerra, in città si è scelto di rispondere con parole e applausi. Di pace e di libertà.

L’incontro è stato trasmesso in streaming sui canali social delle ACLI di Sassari.ed è possibile vederlo nella pagina delle Acli provinciali di Sassari all’indirizzo https://www.facebook.com/share/v/1Ni7Mb72Sq/

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