Il premio Strega e premio Campiello Sandro Veronesi a Sassari

Appuntamento il 25 novembre.

“È stata un’illuminazione: tu sei davvero un colibrì. Ma non per le ragioni per cui ti è stato dato questo soprannome: tu sei un colibrì perché metti la tua energia nel restare fermo”. Così spiegano al protagonista Marco Carrera le origini del suo soprannome. “Il colibrì” (La nave di Teseo, 2019) è l’ultimo romanzo di Sandro Veronesi.

“Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere dove già sei. Sei formidabile, in questo. Riesci a fermarti nel mondo e nel tempo, riesci fermare il mondo e il tempo intorno a te, certe volte riesci addirittura anche a risalirlo, il tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all’indietro.”

Salutato da molti critici come un libro ispirato, un capolavoro, “Il colibrì” conferma il talento dello scrittore fiorentino che nel Terzo Millennio ha vinto Premio Campiello e Premio Viareggio per “La forza del passato”; Premio Strega, Prix Femina e Premio Mediterraneo per “Caos Calmo”; Premio Superflaiano per “XY”.

L’appuntamento con Sandro Veronesi è per lunedì 25 novembre a Sassari nella sala della Camera di Commercio alle 19 e 30. Lo scrittore dialogherà col giornalista Costantino Cossu e con Antonello Grimaldi, regista di una delle opere di Veronesi che è stata portata sul grande schermo: “Caos Calmo”, vincitore come romanzo del Premio Strega e come film di tre David di Donatello e cinque Nastri d’argento. L’incontro sarà moderato dal regista Sante Maurizi.

Marco Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Veronesi, è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perché sopravvivere non significhi vivere di meno. Intorno a lui, Veronesi costruisce altri personaggi indimenticabili, che abitano un’architettura romanzesca perfetta.

Come scrive in una recensione Alessandro Piperno: “Il colibrì è un album di famiglia. Un patchwork composto da memorabili tranche de vie che ricucite retrospettivamente dal lettore restituiscono il dramma e le gioie di una vita che se n’è andata via davvero troppo in fretta. Per questo su ogni pagina soffia il vento della nostalgia e del rimorso. Perché le cose vanno sempre nel modo in cui eri certo non sarebbero andate”.

Condividi l'articolo