Sciopero Arst, adesione massiccia anche a Sassari e Gallura

Arst autobus Alghero

Lo sciopero Arst in Sardegna.

Lo sciopero regionale proclamato dall’Organizzazione Sindacale Orsa Tpl ha segnato, nella giornata di oggi, un punto di forte tensione nei rapporti tra i lavoratori dell’Arst e la dirigenza aziendale. Già dalle prime ore della mattina, le adesioni hanno raggiunto percentuali importanti anche a Sassari e Gallura, con stime che parlano di oltre l’80% nel settore automobilistico e più del 70% nei comparti ferroviario e metro-tranviario. Un’adesione così massiccia ha inevitabilmente paralizzato buona parte del servizio di trasporto pubblico in Sardegna, lasciando la cittadinanza a fare i conti con corse soppresse, linee interrotte e mezzi fermi riportanti la dicitura “sciopero“.

Dietro il blocco generalizzato, c’è un malcontento che, secondo il sindacato, sarebbe stato a lungo ignorato dai vertici aziendali. Un malessere profondo che si è radicato nel tempo e che oggi trova espressione in una protesta estesa a tutte le articolazioni operative dell’azienda. Tra le principali motivazioni della mobilitazione figurano la mancata risposta a 21 note contenenti segnalazioni e criticità, l’assenza di un confronto sulla piattaforma contrattuale di secondo livello e la gestione considerata poco trasparente di aspetti fondamentali come i cambi turno, le indennità aziendali e i buoni pasto. A ciò si aggiungono, secondo i rappresentanti sindacali, parametri professionali ormai superati, che non rispecchiano le reali mansioni svolte.

Dal canto suo, l’azienda, accusata di non voler dialogare, non ha fornito segnali di apertura, continuando a evitare il confronto con Orsa Tpl. È su questo punto che si concentra la denuncia di Luigi Melis, esponente della segreteria regionale del sindacato, che ha sottolineato come l’adesione quasi totale dei lavoratori evidenzi la gravità della situazione interna all’Arst. Secondo Melis, la responsabilità dei disagi che si stanno riversando sui cittadini è da attribuire esclusivamente all’atteggiamento di chiusura da parte dell’azienda, accusata anche di praticare discriminazioni nei confronti dell’organizzazione sindacale.

Di fronte a un muro che, per ora, non accenna a cedere, l’Orsa Tpl ribadisce la volontà di proseguire con le azioni di protesta, rivendicando il diritto allo sciopero come unica strada percorribile in assenza di un dialogo costruttivo. Intanto si attende una presa di posizione anche da parte degli organi politici regionali, in particolare degli assessorati ai Trasporti e al Lavoro, finora rimasti silenti. La vertenza, dunque, è tutt’altro che chiusa e potrebbe riaccendersi nei prossimi mesi se non interverranno segnali di cambiamento.

Condividi l'articolo