Ammajare 2025, Gaza chiude i quattro giorni di incontri a Siligo

A Siligo si è chiuso il festival Ammajare 2025

Dopo quattro giorni si è chiusa a Siligo, con grande partecipazione di pubblico, la seconda edizione del Festival Ammajare.

“Sulla nostra pelle. Gaza e dintorni”

“Il tema delle persecuzioni, vecchie e nuove, ha trovato un momento di approfondimento nella discussione “Sulla nostra pelle. Gaza e dintorni”, dedicata alla drammatica situazione in cui sopravvivono gli abitanti della Striscia di Gaza. L’incontro, moderato dalla giornalista Giusy Ferreli, si è aperto con la domanda: «Come si possono trasformare le singole voci che si alzano in protesta contro il massacro di civili a Gaza in uno strumento potente?», posta dalla stessa Ferreli per stimolare il dibattito. Da qui sono partiti gli interventi, tra cui quello di Padre Stefano Gennari, dell’associazione «Mondo X Sardegna», che ha sottolineato l’importanza di partire da ciò che unisce, condannare le forme di estrema povertà e riconoscere nell’altro una ricchezza”.

Il sindaco di Siligo

“Il sindaco di Siligo, Giovanni Porcheddu, ha ribadito il senso di responsabilità della comunità: «Quando è emersa la necessità di non girarsi dall’altra parte, come amministratori abbiamo deciso di metterci in movimento. Abbiamo parlato con le persone, al di là delle posizioni e delle professioni. Con i nostri 750 abitanti volevamo dimostrare che anche i piccoli comuni possono fare la loro parte. Abbiamo condiviso con i sindaci del circondario la scelta di organizzare una marcia: non parole statiche, ma un gesto dinamico».
Il giornalista Pier Giorgio Pinna ha denunciato il ruolo dei media, troppo spesso piegati alla logica dello scontro: «Occorrerebbero giornalisti che coltivino senso critico. Invece si creano tifoserie e contrapposizioni, mentre il mondo vive l’incubo di un ritorno all’incubo nucleare”.

Andrea Zironi, dell’associazione «Ponti non muri», ha richiamato l’immagine di Gaza come “territorio-prigione”: «Se lo trasferissimo qui, sarebbe un’area che va da Castelsardo a Porto Torres, con due milioni di persone – oggi in forte diminuzione – stipate in uno spazio con densità doppia rispetto a New York. Hanno ricevuto più bombe di quante ne siano cadute durante la Seconda guerra mondiale. Sappiamo tutto, e questo è il problema: non possiamo dire di non sapere».
Molto toccante anche la testimonianza di Hiba Alif, assessora alla Pace del Comune di Ravenna e premiata con il riconoscimento Il futuro che vogliamo: «Molti hanno definito la mia delega alla pace una “delega fuffa”. Ma la pace è giustizia sociale. Promuovere la cultura della pace e progetti di non violenza è fondamentale per costruire un futuro migliore”.

Daniela Falconi (Anci)

Daniela Falconi, intervenuta in rappresentanza dell’ANCI, ha sottolineato come la Sardegna conosca bene il peso delle guerre e la contraddizione delle numerose basi militari presenti sul territorio: «Sarebbe bello che in ogni Comune della Sardegna ci fosse un assessorato alla pace. L’impegno è che dai nostri territori parta una voce forte contro la guerra”.

“Il Premio Ammajare 2025 è andato a Cinzia Angela Seddone, autrice di Come una fenice, donna che, dopo anni di violenze domestiche, ha detto “basta”. Il premio, una scultura in legno di ginepro realizzata dall’associazione “Le Dragonesse” – composta da donne operate di tumore al seno che praticano dragon boat per riabilitazione e aggregazione – rappresenta forza, resilienza e solidarietà.
Il premio speciale Il futuro che vogliamo è stato assegnato a Hiba Alif, simbolo di impegno civile e inclusione”.

Condividi l'articolo