Uccisa al bar davanti alle figlie: 7 anni fa il femminicidio di Zdenka a Sorso

Il femminicidio di Zdenka Krejcikova.

Il femminicidio di Zdenka Krejcikova è uno delle pagine più orribili delle cronache non solo locali, ma anche nazionali. Dietro questo nome c’è una storia, quella di tante donne che pagano un prezzo salatissimo per le proprie scelte. Si tratta di un delitto ricostruito con difficoltà, perché questo caso, nonostante l’efferatezza del crimine, non ha avuto lo stesso eco mediatico nelle cronache nazionali come è accaduto per tanti analoghi femminicidi.

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne ripercorrerò la storia di Zdenka Krejcikova, la donna che aveva provato a fuggire ma fu rapita dall’ex con le figlie e uccisa barbaramente davanti alle sue bambine di pochi anni quel maledetto 15 febbraio del 2019.

Zdenka.

Zdenka Krejcikova, una madre di 41 anni con due figlie gemelle, aveva scelto di iniziare una nuova vita in Italia, stabilendosi in Sardegna. La sua esistenza in un tranquillo paese come Sorso procedeva bene. Finché non conobbe Baingio Douglas Fadda, 45enne con un passato oscuro fatto, sembrava l’uomo perfetto, ma si rivelò preso un’illusione. Dietro un’apparente gentilezza si nascondeva colui che affermava: “Le donne le preferisco dell’Est; loro non creano problemi e io le tratto come mi pare”. Una frase che spiega il contesto sociale in cui è maturato il delitto: Zdenka è stata uccisa perché donna. Assassinata perché non voleva sottomettersi.

Zdenka, infatti, secondo lui, gli aveva creato dei problemi: voleva essere libera, voleva lasciare un uomo violento. Per Baingio questo è intollerabile: Non poteva subire tale affronto da sua moglie, da una donna. Questo fece scattare la sua furia cieca. Ma riavvolgiamo il nastro prima del delitto. Zdenka Krejcikova era nata in Repubblica Ceca e il suo destino si era legato a Baingio Douglas Fadda, che era conosciuto come Big Jim perché frequentava il mondo del fitness.

Lui si vantava spesso con le donne di avere grandi patrimoni e ostentava spesso il lusso. Come ingannava chi finiva nel mirino delle sue truffe, anche internazionali, era anche bravo a raggirare le donne. In particolare quelle dell’est, servendosi dello stereotipo dell’affascinante latin lover gentile e galante.

Quella gentilezza però si dimostrò presto una farsa quando conquistò la donna da cui ebbe due figlie. La maschera cadde e lui mostrò il suo vero volto: quello della violenza. Lei non poteva fuggire, credeva. In fin dei conti Zdenka dove sarebbe potuta andare? Alla 41enne privò di lavorare, lei era lontana dalla sua famiglia, che risiede nel suo paese di origine. Ma lei nonostante tutto era forte e denunciò l’ex marito, che ottenne il divieto di avvicinamento dalla casa della vittima e delle figlie e Sorso. Ma questo lo fece accanire di più: non accettava che la 41enne si fosse ribellata alle sue violenze e aveva anche “osato” denunciarlo.

La sera del delitto.

Prima dell’omicidio, nel pomeriggio del 15 febbraio 2019, Fadda si era recato a Ossi da un conoscente, Pietro Ippolito, per mostrargli una BMW bianca a noleggio, auto che avrebbe poi usato per la fuga. Quella sera lui aveva già pianificato tutto: recarsi a Sorso per uccidere Zdenka, che alle 20:30, si rifugia nel bar sotto casa, fuggendo da Fadda dopo essere stata aggredita a botte, davanti agli occhi impauriti delle bimbe di 11 anni.

La donna, portando in braccio una delle due figlie gemelle, ha sussurrato un disperato «Aiutatemi» e la figlia undicenne ha gridato a squarciagola: «Aiutate mia madre». Nessuno fermò Fadda, che ha fatto irruzione nel bar con un coltello, ha pugnalato la 41enne e l’ha caricata ferita con la figlia in auto, seguito dall’altra gemella, ed è fuggito a tutta velocità.

La violenza di uno dei fendenti inferti dall’uomo fu tale da piegare la lama del coltello, come emerso in seguito dalle perizie. Fadda ha portato Zdenka a Ossi, nella casa di un conoscente, Pietro Ippolito, dove lo ha trovato al suo rientro. Qui Fadda recitò la parte in cui riteneva che Zdenka si fosse accoltellata da sola. L’assassino impedì all’amico di chiamare un medico, finché, ormai tardi, chiamano i soccorsi.

All’arrivo del medico, Zdenka era esanime su un divano con le due bambine sedute accanto. Fadda prese le figlie e si allontanò. Dopo l’omicidio, Fadda tornò al bar di Usini con una sola figlia, e lì e confessò di aver ucciso una persona. Zdenka Krejcikova morì poco dopo per asfissia dovuta a collasso polmonare, soffocata dal suo stesso sangue.

Il medico legale ha riscontrato sul corpo della donna anche ecchimosi dovute a precedenti maltrattamenti di Fadda, che la vittima aveva presentato una nuova denuncia salvo poi ritirarla due giorni prima del delitto. Francesco Fadda è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario premeditato, sequestro di persona, porto di coltello, resistenza a pubblico ufficiale e tortura, quest’ultimo per aver costretto le figlie ad assistere all’omicidio e all’agonia della madre.

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