L’arrivo di Ethan Happ alla Dinamo.
“Tira bene, passa meglio, ma in difesa è buono per il brodo…” Questo l’identikit di Ethan Happ, lungo Usa, che i rumor di mercato danno per certo alla Dinamo Sassari. Una fotografia in bianco e nero scattata sommando le istantanee social dei tifosi Fortitudo, squadra dove l’ex Wisconsin University ora gioca. O almeno giocava perché da fine ottobre il centro statunitense milita più che altro in infermeria per recuperare, come recita il bollettino medico, da “un’infrazione al capitello radiale del gomito destro”.
Due settimane ancora e poi il rientro in campo, probabilmente alla corte di Sardara/Pozzecco, dove, anziché il duo Toté-Hunt della Effe, il 24enne troverà Miro Bilan, miglior pivot di regular season, e il connazionale Jason Burnell. Per una pedina che arriva un’altra lascia i biancoblu: Justin Tillman, appena accasatosi al Bursaspor in Turchia. E qui scatta il rebus: l’eventuale arrivo dell’ex Cremona mira a completare il croato ma i due hanno caratteristiche molto simili, da gemelli del canestro. Con l’aggravante che i difetti di Tillman, causa del suo esodo anticipato, si ritrovano nel nativo di Milan (che non si trova in Lombardia ma nell’Illinois): pochi rimbalzi recuperati e, soprattutto, scarsa grinta in retroguardia.
D’altra parte Happ è un lungo anomalo: definito al college il “re del post old school” vanta insolite qualità come ball-handler e tattico (detto per inciso è un appassionato di scacchi). Ma la scelta per il Banco è obbligata. Con capitan Devecchi fuori per infortunio e le rotazioni corte, l’americano diventa fondamentale. Quindi “in difesa sarà buono per il brodo”, ma in tempi di magra, e di Final 8 di Coppa Italia alle porte, alla mensa Dinamo bisogna pur mangiare.