Carboni torna in pista dopo l’infortunio e si prepara al sogno europeo

L’atleta di Sassari Marco Carboni.

Un infortunio che ha rischiato di rovinargli la carriera. La paura, la riabilitazione, il Covid. Ma una grande, grandissima forza di volontà. Undici lunghissimi mesi per tornare a correre più veloce di prima. È la storia di Marco Carboni, vigile del fuoco sassarese residente a Sangano (Torino), con una grande passione: l’atletica leggera.

Marco è, infatti, un mezzofondista tesserato FIDAL, con alle spalle diverse gare internazionali. Un maledetto giorno di novembre, però, il destino sembra avergli riservato un brutto scherzo: frattura del malleolo, a seguito di una caduta in allenamento.

“Mi stavo allenando a Sassari, quando ho avuto una storta improvvisa: sono caduto e mi sono fratturato il malleolo – racconta Marco. – Ho avuto paura. Per la mia carriera, ma anche per il lavoro. Ho iniziato subito il percorso di riabilitazione, al seguito del quale dopo un po’ di tempo ho potuto riprendere ad allenarmi. Il mio allenatore, Giovanni Mazzette, è un atleta paraolimpico, che segue i miei allenamenti e mi aiuta a preparare le gare. Purtroppo, poi, si è messa di mezzo anche la pandemia, che mi ha impedito di allenarmi all’aperto e allo stadio. Facevo sessioni di allenamento in garage, ma non è mai stata la stessa cosa. Ora, però, sono pronto a prendermi questa piccola rivincita”.

Il sostegno della famiglia, amici e colleghi è stato fondamentale: “Ho sentito tutta la vicinanza di mia moglie e della mia bimba di un anno e mezzo: lei è stata la mia più grande vittoria. E insieme a loro ho potuto contare sul sostegno dei miei amici, dei miei colleghi del corpo dei vigili del fuoco di Torino e soprattutto del mio allenatore, che mi ha sempre incoraggiato aiutandomi a superare il momento”.

Nello sport, come nella vita, dopo una caduta è sempre importante lottare e rialzarsi. E imparare anche dalle sconfitte. Marco lo sa bene, per questo un domani vorrà trasmetterlo ai più giovani, soprattutto quelli che hanno avuto difficoltà e momenti bui. Vorrebbe infatti realizzare un progetto, raccontare la sua vita nelle scuole e negli orfanotrofi, per cercare di essere un esempio per i ragazzi.

“Ho avuto anch’io un’infanzia piuttosto difficile. Ho perso i miei genitori quando ero ancora piccolissimo, da adolescente sono stato anche un po’ monello. Lo sport, però mi ha aiutato a crescere e a diventare l’uomo che sono adesso. Ed è quello che un giorno vorrò trasmettere ai ragazzi tramite lo sport, un modo per farli crescere e inserirsi nella società. Mi piacerebbe andare nelle scuole, negli orfanotrofi, raccontare la mia storia e dare a tutti un messaggio di speranza. Sono riuscito a rialzarmi io, tutti possono farcela“, dice.

Per il momento Marco, però, ha in mente due soli obiettivi: l‘europeo del 2021 in Portogallo e il mondiale in Svezia. E per questo si sta allenando per tornare a correre più veloce di prima.

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