Fango in mare a Valledoria, allarme rientrato grazie a Salvini

Valledoria fango

Allarme rientrato per il fango in mare a Valledoria.

Un mare di fango, o meglio dire fango in mare, è stato avvistato a Valledoria. Questo fatto ha scatenato parecchie polemiche tra gli ambientalisti e il consigliere regionale di Europa Verde Antonio Piu che ha portato la questione in Consiglio Regionale. La sgnalazione risale a due settimane fa dove è stato segnalato lo sversamento, che, ha causato annullamenti nelle prenotazioni e la fine delle vacanze per molti turisti.

“È necessario intervenire in modo urgente per limitare eventuali danni al delicato ecosistema marino – aveva detto Piu – ed evitare che la marea fangosa si estenda arrivando ad altre spiagge vicine che sono bandiera blu, come quella di Badesi. Occore inoltre andare in aiuto degli operatori turistici della zona per evitare ulteriori perdite economiche”.

Chiedo con urgenza la convocazione della commissione ambiente in Consiglio regionale perché non si perda altro tempo. So che il comune ha già chiesto un’interclocuzione con il presidente Solinas e con tutti gli enti coinvolti, ma occorre dare risposte e subito. Inoltre se, come sembra, la causa di questa colata di fango deriva da alcuni lavori stradali sul vicino ponte Diana – ha evidenziato il consigliere di Europa verde – è necessario capire se siano state fatte tutte le valutazioni ambientali prima di procedere con l’abbassamento del livello dell’acqua nell’invaso del Muzzone”.

L’intervento tempestivo.

Dopo poche ore per fortuna l’allarme è rientrato. Lo ha segnalato lo stesso consigliere Piu, apprendendo con soddisfazione che i lavori che causavano lo sversamento del fango nel mare di Valledoria sono stati interrotti. Tuttavia, il consigliere di Europa Verde ha chiesto di valutare eventuali danni a economia e ambiente.

Apprendo con soddisfazione da fonti di stampa che i lavori che causavano la colata di fango nel mare di Valledoria sono stati interrotti. Ora però – evidenzia Antonio Piu è urgente valutare eventuali danni ambientali in tutta l’area ed economici agli operatori turistici che hanno assistito a cancellazioni di soggiorni già prenotati, causati da almeno un paio di settimane di colate di fango”.

Per questo ribadisco la richiesta di convocazione urgente della commisione ambiente in Consiglio regionale anche per capire se il fango già sversato nello specchio d’acqua di Valledoria abbia trascinato con se materiali inquinanti. Inoltre sarebbe opportuno capire se siano state fatte tutte le valutazioni ambientali prima di procedere con l’abbassamento del livello dell’acqua nell’invaso del Muzzone per procedere ai lavori sul ponte Diana”.

L’intervento di Salvini.

Ad aver interrotto il fiume di fango è il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini che ha fatto chiudere le paratie della diga di Casteldoria e bloccare il fiume di fango che stava contaminando le spiagge di Valledoria, nel nord-ovest della Sardegna. Questo ha causato la fuga di turisti e bagnanti dalla zona. Enel e Anas, con l’appoggio di Salvini, hanno sospeso le operazioni di svuotamento dell’invaso del Coghinas, che erano iniziate a maggio per consentire i lavori di manutenzione sul ponte Diana.

Il ministero delle Infrastrutture si è detto soddisfatto della soluzione concordata con le parti coinvolte, che permetterà di non compromettere la stagione estiva. La sospensione degli interventi sulla diga dovrebbe durare per tutta l’estate, riportando fiducia nel settore turistico che era stato preoccupato dalle disdette degli ultimi giorni.

Il sindaco di Valledoria, Marco Muretti, ha commentato che la situazione non era più sostenibile e che si è fatto tutto il possibile per ottenere una soluzione immediata e limitare i danni economici per gli operatori turistici. Si attendono ora comunicazioni ufficiali sulla sospensione dei lavori e del rilascio di acqua dalla diga.

Il caso è stato portato anche in Regione, dove il consigliere di Europa Verde, Antonio Piu, ha chiesto la convocazione urgente della commissione Ambiente per valutare se il fango rilasciato abbia comportato l’accumulo di materiali inquinanti e se siano state effettuate tutte le valutazioni ambientali necessarie prima di procedere con l’abbassamento del livello dell’acqua nell’invaso.

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