La pensione d’invalidità non basta nemmeno per le medicine, il calvario di una mamma e del figlio ad Alghero

La vicenda di Veronica Pilo.

“Sto male da quindici anni”. Veronica Pilo, algherese di 36 anni, sintetizza così il proprio calvario, la cui causa porta il nome di endometriosi. La malattia, che affligge circa il 10 per cento della popolazione femminile, consiste nell’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero, e in infiammazioni croniche risolvibili spesso soltanto con la chirurgia invasiva. Soluzione, quest’ultima, ripetuta più volte nel caso di Veronica: “In tutti questi anni ho subito otto interventi e centotrenta ricoveri ospedalieri, uno dei quali, a Cagliari nel 2015, perché in fin di vita”. Diverse complicazioni hanno aggravato il quadro – fatto anche di una paralisi intestinale e vescicale e di una colostomia, resa necessaria questo maggio.

Visto l’aggravamento, l’Inps sancisce l’inabilità al lavoro ma la pensione di 500 euro, arrivata per la prima volta lo scorso ottobre dopo un lungo iter, non copre i 600 euro da pagare ogni mese per le sue medicine, non mutuabili, e quelle per il figlio adolescente. E nemmeno assicura un alloggio, o perlomeno una casa appena dignitosa. Proprio su questo versante si consuma l’altra odissea della signora Pilo, costretta a passare da abitazioni in affitto con la muffa, dove il figlio contrae la broncopolmonite, ad altre di fortuna: “Nell’ultima non c’erano mobili né cucina e d’estate dovevamo dormire sul poggiolo”. A febbraio di quest’anno la domanda per una casa Area che arriva, ma soltanto con l’aiuto sinergico di Sunia – il sindacato inquilini e assegnatari, il Comune di Alghero, gli uffici regionali e l’associazione San Domenico Caniga.

L’immobile non era perfettoriferisce Stefano Lupinu, segretario amministrativo del Sunia sul distretto di Sassari – ma abbiamo deciso di prenderlo subito per non perdere altro tempo”. Da questo momento parte una gara di solidarietà per aiutare madre e figlio. “Devo ringraziare”, afferma Veronica, “la Caritas di Alghero e il dottor Deiana per il loro costante supporto, il Sunia, Anna Cherchi dell’associazione di Caniga e le mie amiche Loredana e Tania, due angeli che mi sono sempre vicine”. I lavori sulla casa vengono fatti dall’ex marito di Veronica e padre del ragazzo, e dagli amici della signora, per ristrutturarla e creare due stanze: “Mio figlio deve avere il suo spazio. Non sopporta di vedermi tutto il giorno con il catetere e la sacchetta”. L’azienda Lube, e il suo proprietario Marco Saba, hanno poi donato, sempre grazie ai buoni uffici di Anna Cherchi, una cucina nuova montata nei giorni scorsi, gratuitamente, dalla ditta Effe Traslochi e Trasporti. “Abbiamo voluto fare – spiega Marco Saba, titolare dello store Lube sassarese – un atto di generosità a favore di chi ne ha bisogno“. Una parvenza di normalità quindi per Veronica Pilo, che a breve farà domanda per l’accompagnamento, davanti a un avvenire incerto. “Vado avanti solo grazie a mio figlio e agli anti-dolorifici – ammette la signora -. Spero in un futuro migliore e nel non vedere più ospedali”.

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