Archeologi a confronto sul medioevo, il congresso nazionale ad Alghero

Il congresso di archeologia medievale ad Alghero.

I congressi della società degli archeologi medievisti italiani ripartono da Alghero, dove il Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari organizza per i giorni dal 28 settembre al 2 ottobre il IX Congresso nazionale di Archeologia medievale, che si svolgerà presso l’Hotel Calabona.

Il congresso è organizzato nel contesto delle attività della cattedra di archeologia medievale dell’ateneo turritano, attivata fin dal 1998 sulla scia dei grandi cantieri di scavo degli anni Novanta, come le indagini stratigrafiche nel villaggio medievale abbandonato di Geridu, nei castelli di Monteleone Roccadoria e di Bosa e nell’archeologia preventiva del centro storico di Alghero.

Oggi l’archeologia medievale è presente nell’offerta formativa dell’Università di Sassari all’interno del corso triennale di Scienze dei Beni Culturali, in quello magistrale di Archeologia, nella scuola di specializzazione in Beni archeologici e nel Dottorato di Ricerca in Archeologia, Storia e Scienze dell’Uomo, corsi che fanno capo al Dissuf, del quale è stato Direttore fino al 2020 il professor Marco Milanese, animatore principale della scelta di Alghero come sede del congresso, che inizialmente doveva svolgersi a Sassari ma che, per motivi logistici legati alla ricettività, è stato spostato nella città catalana.

L’organizzazione è stata resa possibile anche dalla collaborazione di numerose persone, che hanno colto il rilievo e la portata di questo evento, dal Comune di Alghero alla società degli Archeologi medievisti e in particolare al suo presidente, professor Paul Arthur.

Gli atti del congresso, usciti in questi giorni in due volumi di 950 pagine presso le edizioni “All’insegna del Giglio” e curati dal professor Marco Milanese, rappresentano un importante test e un monitoraggio delle attuali tendenze di ricerca dell’archeologia medievale italiana, mentre il numero delle sezioni, arrivato a nove (Teoria, metodi e archeologia pubblica; Commerci, trasporti e consumi; Luoghi di culto; Insediamenti; Archeologia rurale, ambientale e del paesaggio; Produzioni; Insediamenti rupestri; Archeologia dell’architettura; Bioarcheologie), esprime la vivacità degli interessi dei ricercatori e l’affinarsi delle domande, delle prospettive e delle metodologie d’indagine.

La scelta della città catalana è anche un riconoscimento del ruolo rivestito nel tempo dall’Università di Sassari nell’ambito dell’Archeologia medievale non solo in Sardegna ma anche in sede nazionale.

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