Saranno protetti da un sistema di sorveglianza.
Nuovi tesori nelle acque Golfo dell’Asinara che vanno tutelati e protetti. Per questo la Capitaneria di porto di Porto Torres dopo aver individuato 4 relitti e altri oggetti sommersi, insieme con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro hanno collaborato per la pianificazione di un sistema di vigilanza e tutela.
Cardine del sistema, oltre all’apposita ordinanza contenente divieti e prescrizioni, è un avanzato sistema Informatico di cui è dotata la Sala Operativa del Comando turritano.
La zona di mare interessata, infatti, sarà monitorata in remoto direttamente dai militari tramite il sistema chiamato “Pelagus” in grado di effettuare registrazioni ed acquisizione di dati, pienamente utilizzabili come fonte di prova in caso di attività illecite nella zona interessata.
Il passo in avanti compiuto rappresenta anche un allineamento sia con la Convenzione Unesco del 2001, che tutela i beni archeologici e storici rinvenuti nella zona di mare di 12 miglia dal limite esterno del mare territoriale.
Il comandante della Capitaneria di porto Gianluca Oliveti, la Gabriella Gasperetti della Soprintendenza e Guido Gay, autore della scoperta dei relitti e dei beni sommersi, hanno espresso la propria soddisfazione per il risultato della collaborazione, valutata come esempio di sinergia tra Amministrazioni diverse e privati.