Dal suo locale cuore della movida all’impegno verso gli ultimi, Sassari ricorda Antonio, l’amico affettuoso

Gli amici ricordano Antonio Fara ucciso a Sassari.

Incredulità. Questo il sentimento dominante tra gli amici di Antonio Fara, trovato morto questa mattina nella sua casa di via Livorno a Sassari. Mentre i carabinieri indagano sull’ipotesi di omicidio, i tanti conoscenti del 47enne,  gestore del bar Sechi in via Luzzati da circa 2 anni, condividono sui social un ricordo dell’uomo. A colpire è l’unanimità di opinioni su di lui.

“Una bravissima persona”, dichiara Massimo Mele, fondatore proprio insieme al Fara dell’Arcigay nel 1992. “Sempre disponibile verso tutti, non si tirava indietro se c’era da aiutare, con un pasto o trovando un posto letto per chi ne aveva bisogno.” “Un amico affettuoso”, aggiunge Maria Paola Curreli, componente del direttivo nazionale di Agedo, che conferma poi l’altruismo e l’apertura mentale del deceduto. “Era una persona che non giudicava mai nessuno”, dice. Antonio guidava il nuovo corso dello storico bar Sechi insieme alla sorella Ilenia e, a detta di tutti, era contento di come stessero andando le cose, pandemia permettendo. “Lavorava come un matto”, continua la Curreli. L’uomo stava risollevandosi da un periodo meno felice, riconducibile alla gestione di un altro locale, il Time, in via Civitavecchia, risalente a circa 10 anni fa. Bar-ristorante di gran moda a quei tempi, sponsorizzato da Dolce & Gabbana, era rimasto in attività con successo e poi chiuso dopo quattro anni.

Accanto alle traversie economiche, Antonio viveva anche un altro tormento personale: la morte della madre, avvenuta quando lui era molto piccolo. “Per lui era una figura importantissima. Quando è deceduta”, ricorda Paolo Giuliani, amico di lunga data e referente tecnico della Coopas per Casa Serena, “ha preso lui le redini della famiglia”. Un impegno costante, per se stesso e per gli altri, purtroppo interrotto da una morte del tutto inaspettata.

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