L’assessore sardista Antonio Moro non canta l’inno per il 4 novembre
Non ce l’ha fatta a cantare l’inno e indossare la coccarda tricolore, l’assessore sardista Antonio Moro ha scelto la linea del silenzio. Durante le celebrazioni nazionali per il 4 novembre che si sono tenute e Cagliari più volte è riecheggiato “Il canto degli italiani”, ma non tutti l’hanno accolto con la mano sul cuore.
“Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tuttora in voga”, cantava Rino Gaetano a proposito dell’inno italiano. Ma c’è chi si sente forse più sardo che italiano e non si mette a urlare “Fratelli d’Italia” come se fosse ai Mondiali di calcio. Il sassarese Antonio Moro, assessore regionale ai Trasporti e presidente del Psd’Az, non ha battuto ciglio. Senza palesi forme di protesta ha scelto il silenzio, lasciando cantare agli altri l’inno di Mameli. Magari anche il segretario del partito sardo d’azione avrebbe voluto fare lo stesso, ma da presidente della Regione Christian Solinas ha dovuto rispettare il protocollo, seduto vicino a Mattarella e Crosetto
A tutti gli invitati presenti nella tribuna autorità è stata offerta la coccarda tricolore da esporre in bella vista. Tutti la indossavano, tranne Moro. Per ben due volte gli è stata offerta e altrettante volte l’ha rifiutata. Non è stata una giornata semplice per il politico sassarese. Lui da assessore ai Trasporti si batte contro la fusione degli aeroporti e al suo fianco c’era Maurizio De Pascale, presidente di Confindustria Sardegna e della Camera di commercio di Cagliari e Oristano. Il principale sostenitore della società unica per la gestione degli aeroporti di Alghero, Olbia e Cagliari sedeva vicino alla controparte. Moro era lì, in quel tripudio di bandiere e Frecce tricolori, e magari si è pentito di non aver rifiutato l’invito istituzionale. A consolarlo ci ha pensato il “151º Reggimento fanteria” che davanti alle autorità ha urlato il nome della Brigata: “Sassari”.