Inferno a Beirut, sollievo per i Sassarini impegnati nella missione in Libano

Stanno bene i militari della Brigata Sassari in Libano.

Alla fine la buona notizia è arrivata. Se una buona notizia ci può essere in quell’inferno di morte e fuoco scoppiato ieri nella zona del porto di Beirut, la capitale del Libano, che conoscevamo più per le tensioni della guerra che per la possibilità di un disastro industriale di simili proporzioni. Il contingente della Brigata Sassari, partito proprio recentemente per una missione nella penisola asiatica, sta bene. Il militare italiano rimasto ferito, segnalato dalla Farnesina, tra gli oltre 400 soccorsi dopo l’esplosione, non fa parte del corpo partito dalla Sardegna. Non per questo la situazione è meno grave.

Sulla tragedia è intervenuto anche il presidente della Regione Christian Solinas. “Esprimo la mia solidarietà, anche a nome del popolo sardo, ai libanesi dopo l’esplosione di stasera che ha causato così tante vittime e danni a Beirut – ha detto il governatore -. Il nostro sentimento di vicinanza e il nostro pensiero va in questa circostanza drammatica, soprattutto, ai militari italiani e agli uomini e donne della Brigata Sassari che sono impegnati a garantire un presidio di legalità e sicurezza in uno scenario di guerra estremo nel quale con abnegazione e coraggio tengono alti i valori della Sardità”.

Quasi tutti i militari coinvolti, feriti e non, nelle esplosioni appartengono all’unità Joint Multimodal Operations Unit (Jmou di Beirut, inquadrata nel Comando Contingente Italiano (IT-NCC) di Naqoura, con il principale scopo di favorire la cooperazione internazionale e l’integrazione sociale tra i militari italiani e la popolazione libanese. Il comando del contingente è affidato al generale di brigata Andrea Di Stasio che appena il 27 luglio ha dato il cambio al generale Diego Filippo Fulco, dei Granatieri di Sardegna, nell’ambito della missione internazionale di pace Leonte, iniziata nel 2006, che schiera soldati di numerose nazionali inquadrati nel contingente Unifil. Fortunatamente, nel momento dell’esplosione, la Brigata Sassari era impegnata nel sud della nazione libanese.

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