“Coalizione compatta e forte. Il mio impegno per la regione”

Il candidato del centrodestra al Senato Carlo Doria.

Carlo Doria è il candidato del centrodestra per le elezioni suppletive del Senato del 20 e 21 settembre. Medico ortopedico di professione, è stata la passione per la politica ad averlo convinto ad accettare questa discesa in campo.

La sua candidatura è l’espressione dei principali partiti del centrodestra. Una trattativa lunga, non senza polemiche. Perché ha accettato e quali sono i progetti?

“Mi sostengono tutti i partiti del centrodestra. E la trattativa è stata brevissima, senza alcuna polemica. La candidatura mi è stata proposta lo scorso agosto dal presidente Christian Solinas, ho risposto sì e tutti sono stati contenti. Abbiamo una coalizione molto compatta e forte. Ad ogni modo, essendo un’elezione suppletiva occorre sostituire un seggio che è rimasto vacante in questo collegio e occorre sostenere un programma di legislatura regionale per tutti quei temi che hanno, ovviamente, una valenza nazionale. Dai trasporti alla zona franca, agli investimenti sulle infrastrutture, alle politiche del lavoro per combattere il precariato ad esempio nella scuola o nella sanità. Fino a rilanciare quelle che sono le perle della Sardegna che sono l’agricoltura, la zootecnia e il turismo, che ovviamente hanno necessità per poter funzionare di strutture, infrastrutture e trasporti efficienti. Poi, ovviamente, ho un particolare interesse da medico per il problema della sanità”.

È stata proprio la sua professione, nelle scorse settimane, ad aver acceso il dibattito sulle affermazioni riguardanti l’emergenza coronavirus. Ripeterebbe gli stessi concetti oggi alla luce dei nuovi contagi?

“Assolutamente sì. Quello che è stato sottolineato e riportato nelle varie note giornalistiche, era solo una parte di quello che avevo detto io. Perché affermavo, ma si può riascoltare nel video, che il coronavirus non uccide, salvo quel paziente anziano o quei pazienti che hanno comorbidità. Tanto più oggi che abbiamo imparato a conoscerlo nella fisiopatologia. E quindi, prendendo per tempo i pazienti positivi, ma non malati, perché si può essere positivi ma non malati, asintomatici, si fa la profilassi alle categorie a rischio con cortisonici e antivirali. Questo ho detto, questo ripeto, questo continuo a dirlo. Se poi vogliamo leggere i dati Istat che hanno pubblicato recentemente, in Italia muoiono ogni giorno 38 pazienti per infezione polmonare normale, o polmonite normale, mentre di Covid ne muoiono 10″.

A proposito di sanità, sono crescenti le proteste dei cittadini. Ha qualche soluzione?

“Il problema della salute, e della sanità in Sardegna, è stato affrontato adesso con una riforma sanitaria che rende molto più agile la gestione dei territori, e quindi delle Asl, che hanno quindi una competenza non solo come aree, ma più dinamiche nell’essere operative sui territori. Il vero problema della sanità in Sardegna, però, è legato alla carenza dei medici. Questa carenza, soprattutto in alcune discipline importanti, basti pensare all’anestesia e rianimazione, è legato al fatto che c’è stato nel tempo un’ondata di medici andati in pensione. Questo è il problema che sta affrontando oggi la giunta Solinas, finanziando i posti di docenti dell’Università, aumentando il numero delle borse di specializzazione. Una politica di cui si vedranno i frutti entro i prossimi 4 o 5 anni, circa il tempo della loro formazione”.

In queste ore, il Tar ha bocciato l’ordinanza della Regione. Dunque niente restrizioni, test o tamponi per chiunque arrivi nell’isola. Qual è il suo pensiero?

“Assolutamente negativo. Non si è consentito il passaporto sanitario ai primi di luglio, mentre sarebbe servito testare o meno la presenza del virus. Invece si è importato in Sardegna quando noi, fino a poche settimane fa, non avevamo nessun caso. Questo non è modo di fare e, a maggior ragione, occorre far valere i nostri diritti attraverso un cambio di passo della legislatura”.

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