Notte brava in centro a Sassari: cantano, ballano e lasciano sporco dappertutto

Centinaia di persone si sono accalcate ieri in piazza Santa Caterina a Sassari.

Notte brava al centro storico di Sassari. Per la precisione tra piazza Santa Caterina e via Mundula dove, la notte tra il primo e il 2 giugno, centinaia di persone si sono ritrovate per suonare, ballare, cantare. E bere. “Manco a un concerto dei Pink Floyd”, riflette Giovanni Ruiu, presidente del comitato Centro storico, “si sono viste tante bottiglie.” La birra infatti, fino alle prime ore del mattino, occupava ogni spazio tra le gradinate della chiesa, il selciato e le finestre dell’ufficio informa giovani: “I netturbini hanno impiegato due ore per togliere tutto”, spiega un residente. Ma i cocci di vetro non sono le uniche testimonianze del caos notturno: “Urinavano e defecavano nei portoni. Uno schifo”, continua Ruiu.

Peraltro non una novità per chi abita in zona: “Qui da noi non c’è mai stato il coprifuoco – riflette un altro residente – . La piazza è sempre stata in balia di chiunque.” A nulla, testimoniano gli abitanti, servono le chiamate alle forze dell’ordine. “Non viene nessuno. Una volta ho fatto ascoltare dal telefono le urla sotto casa. Niente.” In questi due giorni di ritrovata zona bianca qualcosa sembra però essere cambiato in peggio. “Se continuiamo così”, considera uno che abita nei dintorni, “qui qualcuno si farà male“.E c’è già chi progetta denunce in assessorato e in questura: “Siamo pronti a tutto perché finisca questa bolgia.”

Una baraonda che, per i protagonisti invece, ha tutt’altro colore: “Ieri abbiamo vissuto emozioni bellissime”, rivela un ragazzo che aggiunge: “Alle 3 non avevo più voce. Altrimenti avrei continuato a cantare fino all’alba.” Gipsy King, canzoni sassaresi, bonghi: questa la colonna sonora di ieri rinvigorita dall’alcol. “Lo acquistiamo da Eurospin, negozi pakistani, discount. E qualcuno arriva con la borsa frigo ben fornita”,  specifica un ventenne. Non solo birra e grappa però per giustificare gli ultimi due giorni fuori controllo: “E’ l’euforia”, sottolinea un altro giovane. “Dopo un anno di restrizioni ci vuole.” E al residente che suggerisce di sfogarsi altrove si risponde: “E’ tutto chiuso. Parco di Baddimanna, giardini pubblici, discoteche. Dove andiamo? Dateci un posto”. Una linea di pensiero suggerita da Leonardo, gestore del Birrajo, locale della piazza: “Sassari è un deserto culturale. Mancano le attività di aggregazione. Alla fine resta solo il bar.” E le piazze, divenute epicentri di una movida spinta forse oltre i limiti. A confermarlo le stesse persone presenti ieri: “Mi sono spaventata per il numero di bottiglie”, conclude una ragazza. “La piazza era devastata.”

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