Acqua non potabile e interruzioni: Abbanoa dovrà risarcire i consumatori della provincia di Sassari

Abbanoa sconfitta da una class action intentata a Sassari.

Vittoria dei consumatori del Sassarese contro Abbanoa. Con la sentenza parziale dello scorso 15 ottobre, a firma del giudice Giorgio Latti, ed emessa dal tribunale di Cagliari, il gestore unico dell’acqua in Sardegna potrebbe essere infatti chiamato a risarcire oltre tremila consumatori, tra Sassari, Alghero, Porto Torres e Castelsardo.

Una decisione storica”, esulta Pier Paolo Panu, uno dei cinque componenti del comitato per l’acqua promotore della class action contro l’ente idrico, oltre a Isidoro Aiello, Dario Satta, Giancarlo Rotella, Piero Frau e Lello Panu, tutti ex consiglieri comunali di Sassari tranne l’ultimo, attualmente in carica. Una battaglia iniziata nel 2013, con due cause intentate – la prima, nel 2015, fallita per un cavillo, e la seconda, vincente, del 2017- e innescata dall’erogazione di acqua non potabile in alcuni quartieri cittadini e dei comuni limitrofi, oltre alla cronica distribuzione a singhiozzo dell’oro bianco in alcune aree turritane. “Si è stabilito un principio”, afferma Giovanni Allena, l’avvocato che ha seguito l’azione di classe per il comitato, a cui si è aggiunto in un secondo momento anche Adiconsum.

Chi eroga un servizio male, fuori del contratto deve rispondere dei danni”. E rifondere le utenze, così ha deciso il giudice, per il 50 per cento della quota fissa, durante l’arco di tempo senza acqua potabile, e con 315 centesimi per ogni giorno in cui i componenti della famiglia che usano il servizio non hanno, per l’appunto, potuto disporre dell’acqua, tenendo come stella polare la stima approssimativa di un consumo di 1, 5 litri a persona. Ma per quanto clamorose siano sia la decisione giudiziaria che le sue premesse, anche a livello nazionale- “Siamo stati i primi in Italia a intentare una class action contro un gestore idrico” riferisce Allena– la strada è ancora lunga.

“Non ci convincono altri aspetti della sentenza”, continua il legale, famoso anche per le cause contro altri giganti come l’Ilva di Taranto e Costa Crociere, “come la prescrizione per alcuni utenti, che vogliamo a cinque anni e non a due, e la quantificazione.

Quando con l’acqua non puoi né cucinare né lavare le verdure il consumo è molto maggiore del litro e mezzo stabilito come media.” Una precisazione che porterà, come sottolinea sempre Allena, “a una prossima impugnazione della sentenza”. Intanto, mentre contro Abbanoa pendono altre class action, e le due parti hanno novanta giorni di tempo per stabilire quanto spetta a ogni utente, al netto delle criticità, la soddisfazione del comitato è tanta: “Tutto questo ci è costato 30mila euro – rivela Pier Paolo Panu – ma siamo contenti ugualmente perché stiamo facendo da apripista ad altre azioni di classe e perché abbiamo dimostrato che contro i colossi si può vincere”.

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