A Sassari non si compra un’auto, l’unica provincia della Sardegna in negativo

Il dato sulle immatricolazioni auto in provincia di Sassari.

Dopo la crisi vissuta nel 2020 a causa dell’emergenza sanitaria ed economica, il 2021 avrebbe dovuto essere l’anno del rilancio per il settore dei trasporti. Ma si può parlare di vera ripresa? Per rispondere a questa domanda e capire le evoluzioni che hanno trasformato il comparto dei mezzi pesanti per il trasporto di merci e persone dopo il primo anno di pandemia sia a livello nazionale, sia a livello locale, Continental ha realizzato la seconda edizione dell’Osservatorio sui macro-trend del trasporto pesante. Lo studio fa emergere le tendenze evidenziate dallo sviluppo del parco circolante in Italia e in Sardegna, attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità e la categoria euro.

Immatricolazioni autobus, a Sassari solo 25 nuovi mezzi.

Il comparto dei mezzi pesanti per il trasporto merci in Italia ha chiuso il 2021 con 24.168 immatricolazioni, in crescita rispetto al 2020 del 23,6%. La Sardegna segue la scia positiva nazionale e segna un aumento del 26,5%, immatricolando 368 mezzi. Tra le province, Sassari è l’unica a registrare un calo, seppur lieve (7,1%) con soli 92 nuovi mezzi. Il settore nazionale del trasporto persone mostra un importante segnale di crescita, con 4.091 mezzi immatricolati nel 2021 a fronte dei 3.404 del 2020 (+20,2%). Uno scenario contrastante si presenta invece a livello locale: tra le regioni in positivo, la Sardegna registra un lieve aumento pari al 3,1% (immatricolando 66 nuove targhe). In controtendenza la provincia di Sassari, che registra una diminuzione del 19,4%, a causa di soli 25 nuovi mezzi.

Alimentazione, lo 0,3% di autobus elettrici.

Nel 2021 in Italia il parco circolante di autocarri merci ha raggiunto le4.290.042 unità. A livello di alimentazione, la situazione nazionale rimane pressoché invariata rispetto al 2020 con una netta predominanza del gasolio. Si nota una crescita, seppur timida, delle alimentazioni alternative. La Sardegna vede l’elettrico a quota 0,1% e l’ibrido allo 0,2%. La percentuale di autocarri alimentati a gasolio rimane tra le più alte d’Italia (94,6% del parco), con la quota di mezzi a benzina, invece, al 4,4%, in linea con la media nazionale.

Con lo 0,1%, Sassari registra un valore in linea con la media regionale di autocarri elettrici, così come gli ibridi. Sassari, insieme a Nuoro, è anche la provincia con la percentuale di mezzi alimentati a benzina più bassa della Sardegna (4%). Il parco autobus nel nostro Paese registra invece, nel 2021, 100.199 unità. Anche in questo contesto, dal punto di vista dell’alimentazione, il panorama è stabile rispetto al 2020, sebbene con qualche piccolo segnale di miglioramento: la maggioranza dei mezzi in circolazione rimangono a gasolio, mentre le quote di elettrico e ibrido crescono ma non superano l’1%.

Per le fonti alternative, in Sardegna l’elettrico arriva a segnare lo 0,2% mentre l’ibrido si annulla. Anche il metano rimane a quota 0. Il gasolio rappresenta la quasi totalità, toccando il 99,3% con i mezzi a benzina che segnano uno 0,3%. Sassari è, insieme a Cagliari, l’unica provincia con autobus elettrici (0,3%). Il parco circolante restante è composto per il 98,8% da mezzi a gasolio e per un irrisorio 0,4% da veicoli a benzina.

Sassari in testa per le categorie meno inquinanti.

Le categorie euro più presenti a livello nazionale nel comparto del trasporto merci sono Euro 5 ed Euro 6 che, insieme, crescono e nel 2021 raggiungono il 35% del totale. Una percentuale elevata che supera la quota delle categorie più vecchie, dalla 0 alla 2. Ciò nonostante, è da notare quanto sia ancora diffusa la classe Euro 0 che, da sola, arriva al 15%.

In Sardegna le classi più vecchie, fino all’Euro 2, raggiungono il 40,3%, un valore maggiore di quasi 10 punti rispetto alla media nazionale. Le classi meno inquinanti si fermano al 19%. Con il 37,9% Sassari si ferma leggermente sotto il trend regionale per la fascia Euro 0 – 2 e viceversa migliora il valore di Euro 5 ed Euro 6 (20,8%).

In aumento rispetto al 2020, in Italia, la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 42,3%. Stupisce negativamente la quota degli autobus di categoria Euro 0 ancora in circolazione, che rappresentano l’11,8% del parco. In Sardegna gli Euro 0,1 e 2 raggiungono il 32,6%, risultato peggiore rispetto alla media nazionale, con gli Euro 5 ed Euro 6 chenon vanno oltre il 25,5%. Sassari, dopo Cagliari, registra il tasso più basso in regione di Euro 0, 1 e 2 (27,7%), mentre si piazza al primo posto per le classi meno inquinanti con il 33,5%.

Anzianità autobus, la provincia più virtuosa.

Il trasporto merci italiano è caratterizzato da una preponderanza di mezzi tra i 15 e i 20 anni e le categorie “da 30 anni in poi” rappresentano il 15% del parco circolante. I veicoli recenti “da 0 a 10 anni” arrivano al 33,3%, anche se risulta ancora basso il dato relativo agli autocarri di massimo un anno (4%).

In Sardegna la fascia d’età più diffusa si conferma 15 – 20 anni (23,4%). Molto basse le categorie più giovani: solo il 18% dei mezzi ha massimo 10 anni. In linea invece la fascia oltre i 40 anni, al 5,7%. Sassari registra in regione il secondo valore più alto, dopo Cagliari (22,3%), relativo alla quota di autocarri con massimo 10 anni, superiore al 19%, e il più basso, insieme al capoluogo, per i mezzi di oltre 20 anni (38,2%). Per il trasporto persone nazionale la fascia di anzianità tra 0 e 5 anni rappresenta il 20,5% del totale. Una quota in crescita di un punto percentuale rispetto allo scorso anno, ma ancora altamente superata dai mezzi vecchi di oltre 20 anni, che nel 2021 raggiungono il 26,9%.

A conferma di questo in Sardegna la fascia di autobus oltre i 20 anni è addirittura al 31,3% e i mezzi con un’età massima di 5 anni sono solo il 9,9%, oltre 10 punti di distanza dalla media nazionale. Sassari è, ancora una volta, la provincia più virtuosa: la percentuale di autobus oltre i 20 anni si ferma al 25% e quella più alta di mezzi giovani, da 0 a 5 anni, arriva a 12,4%.

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