L’arcidiocesi di Sassari festeggia i suoi martiri Gavino, Proto e Gianuario

La festa nell’arcidiocesi di Sassari.

L’arcidiocesi di Sassari festeggia i patroni, San Gavino, Proto e Gianuario. Questa mattina, a Porto Torres, tra le chiesette di Balai vicino e Balai lontano si sono rinnovati i riti della comunità, alle quali hanno aderito diverse associazioni.

Le iniziative.

L’Etnos Li Bainzini ha curato la sfilata storica, mentre Assovela e La Prana a malincuore, per via del vento, hanno dovuto rinunciare a condurre le barche di fronte alla spiaggia. Infine la Tnt Global Art ha organizzato l’estemporanea di pittura, che ha attirato la curiosità di numerosi cittadini turritani.

Il pontificale.

Questa sera, alle 18, presso la basilica dei Santi martiri turritani, l’arcivescovo metropolita monsignor Gianfranco Saba presiederà il pontificale. È consentita la partecipazione dei fedeli secondo le norme previste dalle attuali normative sanitarie, inoltre la celebrazione eucaristica sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube della diocesi.

Le parole dell’arcivescovo.

“Esorto questa cara comunità a farsi espressione esemplare, ad accogliere e dare forma viva alla proposta-sfida-missione di guardare al Volto di Cristo – ha scritto in una lettera il monsignore -. Non da un orizzonte limitato, da una posizione isolata, ma spendendo energia e vita dentro un Cammino sinodale  che – largo abbastanza – accolga con verità le fatiche, i desideri, le difficoltà e le aspirazioni di ogni uomo, in un clima di dialogo spirituale e sociale a cui partecipino tutte le realtà che la animano”.

I martiri turritani.

San Gavino era un legionario romano e durante la persecuzione dei cristiani, nel IV secolo, unitamente a Proto e Gianuario cercò di difendere i valori della fede all’interno della cattedrale turritana in groppa al suo destriero, il quale nella foga della battaglia sferrò un colpo di zoccolo su una delle colonne nella quale, si tramanda, vi sia rimasto il segno.

I tre vennero catturati e imprigionati in cella a Balai. Successivamente vennero decapitati e le loro teste buttate in mare. Si racconta che durante la festa a loro dedicata nel mare compaiano tre strisce di schiuma per ricordare il martirio dei tre martiri.

Le loro reliquie, rinvenute nel 1614, sono conservate e venerate nella cripta.

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