A Sassari torna l’incubo della siccità, tra bacini vuoti e guasti

L’allarme per la mancanza d’acqua a Sassari.

L’allarme a Sassari e nei centri vicini è cessato nel tardo pomeriggio, ma la paura di rimanere diversi giorni senz’acqua è stata grande. L’Enas, Ente acque della Sardegna, è riuscito a completare già nel pomeriggio l’intervento di riparazione del guasto nell’acquedotto Coghinas 2. Nel dicembre 2019 lunghe file si erano registrate intorno alle autobotti. Numerose le proteste dei cittadini che, esasperati, avevano preso d’assalto il centralino di Abbanoa. Il disservizio, anche in quel caso, riguardava l’Enas. Il problema delle reti colabrodo si riaffaccia ora con l’annoso tema della siccità.

Il guasto nell’acquedotto Coghinas 2.

L‘Ente acque ieri aveva comunicato che venerdì notte si era verificato un guasto nell’acquedotto Coghinas 2 e la riparazione della condotta sarebba avvenuta entro domenica mattina. La condotta era quella che rifornisce di acqua grezza i potabilizzatori Abbanoa di Truncu Reale, al servizio di SassariPorto Torres e Stintino, Monte Agnese a AlgheroCastelsardo. Il completamento in anticipo dell’intervento, era previsto per stamattina, ha consentito di revocare quasi tutte le restrizioni programmate a eccezione delle zone servite da serbatoi che hanno necessità di recuperare i livelli.

Il precedente del dicembre 2019.

Nel dicembre 2019 per diversi giorni l’erogazione dell’acqua era stata interrotta a Sassari e in numerosi altri centri della provincia. Numerose attività commerciali avevano dovuto abbassare temporaneamente le saracinesche. Tra queste numerosi barpizzeriemacellerie e parrucchieri. La situazione si normalizzò il 6 dicembre, giorno della festa di San Nicola, patrono di Sassari. In tanti lessero un segno divino, ma il miracolo dell’acqua durò ben poco visto che nelle settimane a seguire vi furono ulteriori interruzioni e nuovi disagi.

Il problema della siccità oltre l’Enas.

Oltre le reti colabrodo, anche la siccità per la Sardegna è un problema cronico che negli ultimi anni è tornato a diventare un’emergenza. Gli sforzi per conservare l’acqua in vista dei periodi più critici, con la costruzione di dighe e bacini artificiali, rischiano di non essere sufficienti. Le ultime stagioni estive particolarmente siccitose hanno infatti costretto a provvedimenti di restrizione delle risorse idriche rivolti alle aziende ma anche alle utenze domestiche, provvedimenti che restano in vigore anche in pieno inverno. La prossima stagione estiva rischia di diventare particolarmente complicata.

“Ciò che emerge dalle ultime analisi dell’Ente Acque della Sardegna è piuttosto allarmante. A fine dicembre 2021 gli invasi artificiali erano pieni all’83,12% della loro capacità, mentre nel dicembre 2022 il livello è sceso al 60,21% – dichiara la deputata Francesca Ghirra dell’Alleanza Verdi Sinistra -. Nella rilevazione del 5 gennaio, i bacini sardi segnavano un -20% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Per quanto le piogge di gennaio e febbraio abbiano riportato i livelli al 76% della capienza. L’assenza di precipitazioni per tutto il mese di marzo non fa dormire sonni tranquilli agli agricoltori”.

Il rischio siccità in Sardegna.

L’ultimo bollettino indicava che negli invasi ci sono 1.387 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 1.098 di dicembre. Dati in miglioramento che comunque non fanno rientrare lo stato di preallarme di siccità, con una situazione che rischia di aggravarsi nei prossimi mesi primaverili ed estivi. Martedì nella Commissione Ambiente della Camera il Governo risponderà all’interrogazione della Ghirra su quali iniziative intenda assumere per contrastare il fenomeno della siccità in Sardegna.

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