Prima dei turisti bisognava far ripartire la nostra sanità

Il problema delle visite mediche in Sardegna.

Da un po’ di giorni a questa parte l’argomento più appetitoso e allo stesso tempo spinoso è stato, sia a livello nazionale che regionale, la ripresa del turismo. Siamo una regione che recupera una grande percentuale di Pil dal turismo e quindi, parlarne e proiettarsi sul futuro, oltre che giusto, appare sacrosanto per l’economia regionale.

Ma, in Sardegna quanto in ogni parte del mondo, non di solo turismo vive l’uomo. Prima di pensare a quale meta scegliere per le proprie vacanze, sarebbe più giusto pensare se in vacanza ci possiamo andare, e non solo per una questione economica quanto per la questione salute, problema non da poco visto che il virus che ci ha colpito ha messo a repentaglio proprio la salute di tanti.

Ebbene, prima di pensare a passaporto sanitario sì, passaporto sanitario no, test sierologici, tamponi, tutto in funzione di chi arriva qui in vacanza, sarebbe il caso di far ripartire la sanità, ferma ormai da mesi, esattamente come altri settori fondamentali di questo Paese, mandati “in ferie forzate” a oltranza. Già perché, se un povero Cristo qualunque, in questo momento volesse curarsi o recarsi in ospedale per una visita di controllo o per patologie gravi, se non si tratta di questioni urgenti è pregato di rimanere a casa sua!

Ma, premesso che ognuno di noi, se si rivolge a un medico è perché ne ha evidentemente bisogno, vorrei capire sulla base di cosa un paziente si possa considerare “urgente” se comunque affetto da patologie serie che necessitano visite periodiche. Non a caso leggiamo che in questo periodo sono aumentati i decessi per infarto, un po’ per la paura di recarsi in ospedale per un controllo, un po’ per l’abbandono che hanno vissuto molte persone da parte dei medici. Ma penso sia inconcepibile, a maggior ragione, che siano gli stessi medici e chi per loro a rinviare le visite se non urgenti. In questo Paese si parla spesso di prevenzione e della sua importanza. Che fine ha fatto in questo periodo in cui è sacrificata anche la cura successiva a diagnosi vere e proprie?

In sintesi, vorremmo capire se e quando riprenderanno i controlli e le visite specialistiche, perché c’è gente che in vacanza non può andare e non rientra nemmeno tra le sue priorità, considerato che non può “permettersi” nemmeno una visita a suon di 100/150 euro. L’unica certezza di questo Covid è che ha sacrificato e sospeso i diritti fondamentali di tutti, tra cui quello alla salute.

Laura Dussoni

Nughedu San Nicolò

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