Sassari scende in piazza d’Italia contro la guerra in Ucraina

Sit-in stamattina in piazza d’Italia per manifestare contro la guerra in Ucraina.

Più di mille persone stamattina a Sassari per dire no alla guerra in Ucraina. Piazza d’Italia gremita nella manifestazione promossa dall’Anpi insieme a 22 sigle- dai sindacati a Emergency dal Pd al Movimento omosessuale sardo– e che ha visto la partecipazione di decine di donne, bambini e uomini ucraini. Persone che vivono e lavorano a Sassari e in provincia nella maggior parte dei casi da oltre vent’anni. Molti i cartelli esposti con le scritte come “Stop Putin- Stop war” e con le immagini di distruzione causate dall’attacco, e moltissimi i cori contro il presidente russo paragonato a Hitler. Strazianti le testimonianze dei presenti: “Ho viaggiato in macchina da Ivano Prankiusk – ci riferisce Olga – per due giorni. I russi ci bombardavano di missili”.

Marianna, la madre, badante da tempo nel capoluogo turritano vive con angoscia la sorte dei propri cari ancora in patria e del suo popolo stretto nella morsa dell’avanzata russa: “Chiediamo ai paesi dell’Unione europea di aiutarci. Non lasciateci soli”. Frasi che ritornano anche negli interventi pronunciati davanti alla prefettura insieme al canto dell’inno nazionale ucraino e a un’emozionante preghiera collettiva. Risuona però anche un ammonimento: “Pensateci italiani – scandisce Anna, dal 1998 nel capoluogo turritano – oggi tocca a noi, domani potrebbero prendere di mira voi”. Intanto Alessia, sposata con un sardo e originaria di Cherkassy, riferisce quel che le hanno riferito i suoi amici che abitano a Kiev: “I soldati hanno fatto scoppiare un gasdotto, l’aria è piena di fiumi tossici. I cittadini sono barricati in casa e coprono le finestre con stracci bagnati”.

Un’altra donna riporta l’opera di disinformazione di marca russa e racconta del piccolo miracolo di un missile lanciato dalla Bielorussia che è atterrato senza esplodere nel pieno centro della capitale. Grande la solidarietà dei sassaresi intervenuti in massa e di chi ha voluto al microfono ribadire la necessità della pace oltre a richiamare l’importanza del dialogo diplomatico tra la Russia e gli attori politici di ogni latitudine. Qualche momento di tensione quando un relatore ha chiesto lo scioglimento della Nato provocando la reazione accesa di alcuni ucraini. Poi l’atmosfera si calma e riprendono con forza gli slogan di incoraggiamento mentre cresce il grido collettivo di “Ucraina libera!”

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