Marchesa truffata ad Alghero, chiesto un milione di risarcimento

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Il caso della marchesa di Alghero e l’accusa di truffa all’ex preside Gosmino.

La parte civile ha chiesto un risarcimento di oltre un milione di euro per i danni patrimoniali e morali subiti dalla marchesa Ernestina Tacchino Zoagli, ricca nobildonna di Alghero deceduta nel 2020 all’età di 97 anni, e dai suoi familiari. La richiesta è stata avanzata nel processo d’appello a carico dell’ex preside Rodolfo Gosmino e di sua figlia Giulia Irene, imputati per una presunta truffa che, secondo l’accusa, avrebbe sottratto alla vittima gran parte del suo ingente patrimonio, riducendola in condizioni di totale indigenza.

Le accuse e la condanna di primo grado.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vicenda avrebbe avuto origine nel 2011, quando la marchesa, ormai anziana e senza eredi diretti, affidò la gestione dei propri beni a Gosmino, che conosceva da anni, affinché potesse aiutare scrittori meritevoli non abbienti ad emergere. Da quel momento, secondo la Procura, sarebbe iniziato un vero e proprio raggiro. L’ex preside, già alla guida dell’istituto alberghiero di Alghero e commercialista, avrebbe convinto la donna a destinare i suoi averi a una fondazione inesistente, con la promessa di finalità benefiche e culturali.

Nel processo di primo grado, concluso nel 2023, il Tribunale di Sassari aveva condannato Rodolfo Gosmino a cinque anni di reclusione e la figlia Giulia Irene a un anno e sei mesi, riconoscendo la truffa per un importo stimato di circa tre milioni di euro.

L’appello e le richieste della parte civile.

Durante l’udienza d’appello, la procuratrice generale Roberta Pischedda ha chiesto la conferma delle condanne. Le avvocate Sabina Usel e Paola Boeti, in rappresentanza della parte civile, hanno sottolineato la gravità del danno causato alla marchesa, «una donna anziana e vulnerabile, allontanata progressivamente da amici e parenti e privata della libertà di disporre del proprio patrimonio».

Come riporta La Nuova Sardegna, secondo l’accusa, gli imputati avrebbero gestito in modo illecito beni immobili, denaro e valori per oltre 3 milioni di euro, impossessandosi complessivamente di circa 1 milione e 780 mila euro in poco più di dieci anni.

La Corte d’appello di Sassari si pronuncerà sulla vicenda nelle prossime udienze, dopo le arringhe delle difese di Rodolfo e Giulia Irene Gosmino.

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