Da Sassari a Ozieri a caccia delle mascherine da 50 centesimi. E le farmacie contingentano le vendite

Le mascherine da 50 centesimi a Sassari.

Stanno andando letteralmente a ruba le mascherine chirurgiche consigliate in questo periodo di emergenza coronavirus. I farmacisti di Sassari, e provincia, in questi giorni hanno dovuto contingentare le vendite così da poterle distribuire a tutti. Soprattutto quelle con il prezzo calmierato da 50 centesimi, imposto dal governo.

“Lunedì sera è arrivato un carico di mascherine ordinate lo scorso 14 aprile – affermano dalla farmacia Valenti di via Oriani a Sassari –. Ne abbiamo ritirare 6mila e numerose persone ci hanno chiesto pacchi da 50 o 100 pezzi. Tuttavia, abbiamo dovuto ridurre le vendite con pezzi da 10 e ora da 5 visto che ne sono avanzate poco più di 200. Il costo è quello dell’ordinanza nazionale, al netto dell’Iva”.

Difficoltà confermate anche dalla farmacia Pisano sita nel corso Vittorio Emanuele: “Purtroppo non stanno arrivando a causa di un problema dei rifornitori. Ieri ne abbiamo ricevute 600 e le abbiamo vendute stamane dalle 9. Questa sera non ne abbiamo più e il prossimo carico, con 2mila mascherine, arriverà il prossimo 18 maggio. Fortunatamente, avendo terminato le vecchie, non ci poniamo il problema. Ma resta quello degli arrivi, soprattutto perché i grossisti in Sardegna non le hanno”.

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Delle mascherine promesse dal Governo, nella farmacia Carlo Felice di Sassari, nemmeno l’ombra: “Ancora non le abbiamo viste e non abbiamo informazioni su chi possa essere il distributore. Mancano notizie certe e linee guida nazionali. Chi aveva giacenze non sa cosa fare e non sappiamo se il ristoro promesso vi sarà su tutte le mascherine. In diverse farmacie, ad esempio, non le stanno vendendo perché non sanno come fare. Soprattutto perché venderle a 50 centesimi sotto il prezzo di acquisto viola le norme”.

Identica situazione nella farmacia San Michele di Alghero: “Quelle mascherine non le abbiamo mai viste. Ne abbiamo ricevute pochissime e ora non ne abbiamo più. O meglio, quelle poche che abbiamo dobbiamo tenerle per noi. Abbiamo sentito i depositi ma, al momento, non le ha nessuno. Alcuni le avevano ma senza certificazione quindi impossibili da vendere visto che si rischiano sanzioni. C’è anche da dire che se un lavoratore si ammala di coronavirus, non viene riconosciuta la malattia ma l’infortunio. E poi si dovrà chiarire se il contagio è avvenuto dentro il posto di lavoro o fuori. Non sappiamo più cosa pensare”.

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Stesso parere dalla farmacia del Mirto a Porto Torres che, in poco meno di una giornata, ha registrato il tutto esaurito: “Ieri abbiamo terminato le vecchie e nella stessa giornata ne sono arrivate poco più di un migliaio. Per carità, è giusto che le mascherine costino meno, ma anche chi sta lavorando deve avere un riscontro. Spesso i grossisti e le aziende vorrebbero venderle a prezzo più alto ma, se acquistiamo quelle, lo Stato non ce le rimborsa. Perché – conclude la farmacista – non pensare ai distributori automatici di mascherine?”.

Va decisamente peggio a Ozieri, dove regna l’incertezza. “Purtroppo non sono arrivate e non sappiamo quando arriveranno e se arriveranno – afferma la titolare della farmacia Calzia – Quelle che avevamo le abbiamo terminate e al momento non sappiamo nulla”.

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