Medici e infermieri no vax tornano in corsia a Sassari, la decisione fa discutere

La decisione sui medici e infermieri no vax fa discutere Sassari.

L’abolizione dell’obbligo vaccinale al personale sanitario, deciso dal Governo Meloni, ha acceso la discussione tra i professionisti e no vax. Da una parte l’Ordine dei medici di Sassari, che pur rispettando la legge si pone diversi interrogativi, dall’altra il sindacato NursingUp, che si dice favorevole alla decisione dell’esecutivo.

“Come Ordine dei medici rispettiamo legge, indipendentemente dalle nostre convinzioni personali – esordisce il presidente provinciale, Nicola Addis -. Al nostro interno possiamo avere opinioni personali diverse, ma conveniamo sul fatto che si poteva decidere in altra data. Non certo il 1 novembre, sotto le feste, che crea problemi interpretativi sulla riammissione al lavoro. Aspettiamo una circolare e siamo pronti. Certo è che dal 1 aprile non abbiamo fatto altro che sospendere e riammettere i colleghi no vax, salvo poi revocare tutte le volte che il medico si vaccinava o contraeva il Covid. La scelta di prorogare l’utilizzo della mascherina, invece, mi trova d’accordo. Non ci resta che aspettare per metabolizzare la situazione”.

La scorsa settimana, il ricorso presentato da 4 medici contro l’Ordine dei medici, che li aveva sospesi dal servizio in quanto No vax, era stato respinto da un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sassari, dichiarandolo inammissibile. Il giudice Ada Gambardella aveva rigettato la richiesta di sospendere il provvedimento emesso dall’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari, costretto a procedere d’ufficio nei confronti dei colleghi che non avevano rispettato le disposizioni previste dallo Stato sui vaccini contro il Covid. Il giudice non aveva accolto la richiesta di sospensione del provvedimento emesso dagli uffici di via Cavour, sede dell’Omceoss, ritenendo di non poterlo annullare o revocare, e neppure di dover trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale in quanto la disposizione applicata era in linea con la normativa nazionale.

Di diverso parere, invece, Diego Murracino, responsabile regionale del sindacato NursingUp: “L’obbligo vaccinale era un’operazione che condividevo perché in quel momento c’era forma virale più aggressiva e talvolta le strutture sanitarie andavano in tilt. I lavoratori avevano il diritto di proteggersi e il vaccino, così come il Green Pass, aveva la sua valenza. Sull’obbligo, inoltre, noi siamo stati i primi e i più colpiti dalla malattia. Tra il personale medico e infermieristico ci sono stati numerosi decessi, ma non ci siamo mai sottratti alle attività lavorative”.

Non è mancata, altresì, una nota polemica sugli allontanamenti. “Alcuni sono stati allontanati senza retribuzione a causa delle loro scelte personali, ma sono stati reintegrati, com’è giusto, perché anche loro hanno tanto da offrire in un momento di difficoltà. Specifico altresì che essere favorevoli ora al reinserimento non significa essere o esser stati no vax. Attendiamo le direttive della Regione, che al momento ha la stessa organizzazione dei reparti simile al periodo di inizio pandemia. Infine sulle mascherine siamo convinti che sia giusto prorogarle perché offre una barriera di protezione al contagio diretto”.

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