Torna Monumenti Aperti: cosa vedere questo week end in provincia di Sassari

I Monumenti Aperti questo week end in provincia di Sassari.

La XXV edizione di Monumenti Aperti arriva in provincia di Sassari, per il suo settimo fine settimana sabato 4 e domenica 5 dicembre arriva a per la prima volta a Castelsardo, Ossi e Tissi, mentre Padria ha già partecipato per sette anni dove grazie alla volontà e l’impegno dell’amministrazione comunale e alla passione dei volontari, si potranno visitare 15 monumenti e partecipare a 3 itinerari. Ecco quindi i Monumenti Aperti in provincia di Sassari.

Castelsardo

I monumenti a Castelsardo saranno visitabili gratuitamente, sabato 4 e domenica 5 dicembre con orario continuato dalle 10 alle 17.

Questi i 4 monumenti aperti:

il Campanile edificato dai Doria all’atto di fondazione della città fortificata con la funzione di torre-faro e a guardia della sottostante insenatura si erge adiacente alla Concattedrale di Sant’Antonio Abate che stilisticamente fonde elementi del gotico catalano e del classicismo rinascimentale,e nell’abside, accoglie l’altare maggiore in marmo del 1810, in cui troneggia la tavola della “Madonna con Bambino assisa in trono e circondata da angeli musicanti”, dipinta nel XV secolo dall’artista anonimo noto come “Maestro di Castelsardo”.

La Chiesetta del Purgatorio sorge sulla viva roccia ed è conosciuta dagli anziani del posto con il nome de l’Ossaia, anticamente era infatti adibita alle messe, alle veglie funebri ed alle funzioni provate dei cittadinie in occasione di Monumenti Aperti, all’interno verrà esposta la collezione di bolle vescovili, normalmente custodita nell’archivio storico della Cattedrale.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie è priva di facciata, ha l’ingresso curiosamente situato sul lato destro dell’edificio, al centro di tre ampie arcate di pietra trachitica e calcarea, ospita il Cristo Nero, un crocefisso fra i più̀ antichi in Sardegna, che è ritenuto miracoloso, perché́, si narra che abbia salvato la città dall’assalto del capitano di ventura Andrea Doria.

Infine Il Museo dell’intreccio Mediterraneo (Mim) e la fortezza dei Doria e il Museo delle origini Genovesi (Mog) ed il convento Francescano.

Ossi.

I monumenti a Ossi saranno visitabili gratuitamente, sabato 4 e domenica 5 dicembre secondo gli orari consultabili sul sito di Monumenti Aperti.

Questi i 4 monumenti aperti:

La domus de janas di Littos Longos che si presenta come un dromos trapezoidale, comunicante con un padiglione che porta alla cella e al vano centrale dove si accede agli altri ambienti, al suo interno delle corna taurine danno valenza artistica all’ambiente

La chiesa di Santa Vittoria appartenuta, sino alla fine del quindicesimo (XV) secolo, al villaggio scomparso di Save, di cui oggi non restano che scarsi resti nelle vicinanze.

Il Palazzo baronale è originario del ‘600 ed era appartenente alla famiglia Guyò, successivamente divenne casa parrocchiale del rettore Don Beniamino Sole, noto babbai ‘e sole. Attualmente di proprietà̀ del comune, è sededel museo etnografico dal 2007

Infine il Nuraghe “Sa Mandra ‘e Sa Jua” che è composto da una torre centrale più̀ antica, edificata tra il 1400 e io 1300 a.C. Ai lati della torre vennero costruite due torri più̀ piccole, delimitate da un piccolo cortile. La parte più̀ importante si trova a circa trenta metri dal nuraghe: è composta da cinque capanne articolate in più̀ vani, raccordati in uno spazio centrale. Uno di questi è denominato casa del pane ed è un piccolo ambiente circolare, circondato da sedili e vasche rettangolari in cui è presente un forno adiacente alla rotonda che in origine doveva essere coperto da un tetto conico.

Sono previsti anche 2 itinerari: Dal Nuraghe al Museo etnografico e Dalle Domus de Janas al Museo etnografico.

Tissi

Per questa prima partecipazione a Monumenti Apertisaranno visitabili 3 siti: il lavatoio costruito su progetto dell’ing. Franchetti nel 1905, quando si sono svolti i lavori per la realizzazione e il restauro della maggior parte delle fonti, abbeveratoi e acquedotti (1880-1920); la Cooperativa agricola Tissese fu fondata il 7 aprile 1907 da Gerolamo Pinna, maestro elementare impegnato nel miglioramento dell’agricoltura, è la più antica della Sardegnae infine l’Ipogeo Sas Puntas  in cui la roccia è tagliata superiormente per crearvi la cosiddetta esedra superiore ove al centro è stato realizzato il tumulo che in prossimità della stele conserva traccia di due fori (in origine tre) ove venivano infissi i betilini che esprimono concetti magico sacrali.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente, sabato 4 e domenica 5 dicembre secondo gli orari consultabili sul sito. È previsto l’itinerario alla scoperta delle Chiese di Tissi che prevede la visita alla chiesa di Santa Anastasia, all’Oratorio di Santa Croce e alla Chiesa di Santa Vittoria.

Nei giorni della manifestazione, nel rispetto delle norme antiCovid si terranno 3 eventi: il 4 dicembre la Mostra delle opere dell’artista Gavino Masala, nell’ ex Mercato in Piazza Municipale; domenica 5: la parata Fiat 500 Club Italia e alle 18 nella Chiesa di S. Anastasia il concerto Fry Moneti (Modena City Ramblers, La casa del vento).

Si svolgerà anche Gusta la città con attività ricettive e di ristorazione che aprono nelle giornate di Monumenti Aperti affinché la partecipazione alla Manifestazione sia più piacevole.

Padria.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente solo domenica 5 dicembre con orario continuato dalle 9 alle 18.

Questi i 4 i siti visitabili:

Il Complesso Archeologico di Palattu riconducibile ad una fase di età romana repubblicana, ha avuto un utilizzo ininterrotto fino all’età post medievale quando con la costruzione del Palazzo Baronale, ha svolto funzione di fondazione per il muro di cinta della casaforte.

La Parrocchiale di Santa Giulia realizzata in stile gotico-aragonese.

Il Museo Civico Archeologico che accoglie una ricca collezione con una gran quantità di materiale fittile di età prenuragica, punica e romana ed un’ampia varietà dei più significativi materiali provenienti dal villaggio preistorico di San Giuseppe.

Infine il Convento Francescano, realizzato per volontà della contessa Isabella de Ferrera che era dedicato inizialmente alla SS Vergine d’Itria fino alla prima metà del secolo XVII e successivamente fu intitolato all’omonima chiesa Santa Maria degli Angeli.