Panino del Bandito o dell’Anonima sarda, polemica sul fast food

Polemiche sui nomi ai panini di un fast-food di Sassari.

Rivolta a Sassari contro i panini di un fast-food. Non è il titolo di un B-movie ma la realtà di una polemica scatenatasi davanti al menu del locale Tie-Break di Monserrato dove a ogni pietanza viene associato un nome evocativo: da Balente ad Abigeato da Supramonte a 41 bis a Disamistade. Un lungo e controverso elenco che ha fatto andare di traverso il pasto a Cristiano Sabino, professore e attivista del collettivo di ricerca Filosofia De Logu, e a diverse altre persone ritrovatesi al grido di ‘Decolonizzare l’hamburger’ su facebook: “E’ sconcertante – dichiara Sabino – che una bella realtà imprenditoriale sarda veicoli una mitologia così deprimente sulla Sardegna e i sardi“.

Sulle ragioni che hanno portato alle scelte il docente ipotizza “ignoranza”, “macabra strategia di marketing”, “superficialità spicciola”, oppure “il micidiale cocktail tra colonialismo, che ci porta a descrivere noi stessi con gli occhi di chi ci dipinge come un popolo di rapitori e ladri, e capitalismo che tutto banalizza e tutto mercifica in nome del profitto“. Di conseguenza se i panini manterranno quelle denominazioni Cristiano Sabino, e non solo lui, diserterà il fast-food. “Ci dispiace – ribatte Giuseppe Fadda, titolare del TB – ma noi non avevamo nessuna intenzione di fare i provocatori“. Alla base di titoli come “Bandito”, “Evasione”, “Borsa del riscatto” o “Anonima Sarda“, spiega, ci sarebbe solo la volontà di raccontare la Sardegna.

Non mitizziamo certo quelle situazioni – continua l’imprenditore – però fanno parte di una storia che ci appartiene e che non bisogna dimenticare“. D’altra parte, sottolinea Fadda, “se vicende come, ad esempio, i rapimenti fossero ancora attuali non mi sarei mai permesso di dar vita a un’operazione del genere”. Che in realtà appare più ampia della pagina incriminata visto che il menu è lungo otto pagine e include nelle nominazioni tutti piatti sardi, con ingredienti rigorosamente locali, ognuno dedicato a temi specifici isolani compreso un omaggio a Josto, figlio di Amsicora. “Avevo messo in conto – considera il titolare – che qualcuno non potesse apprezzare ma questa polemica mi sembra eccessiva”. E se Sabino, a proposito di “auto-colonialismo becero”, invita a leggere Gramsci, Fadda spinge a consumare la sua offerta gastronomica in una rivisitazione contemporanea della lotta di classe che una volta si svolgeva sulle barricate e ora si infrange sulle barriere di un panino con la purpuzza.

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