Il sit in di protesta ieri a Sassari contro il green pass.
Terzo sit in di protesta, ieri pomeriggio a Sassari, contro il green pass. La location è sempre piazza d’Italia, sfondo delle manifestazioni di luglio, e centro di raccolta delle oltre 100 persone convenute. Il capoluogo turritano fa parte delle circa 120 città italiane scese oggi in piazza per dire no alla carta verde. A promuovere i raduni il ventaglio di canali telegram, da “Basta dittatura” a “Io non mi vaccino”, alcuni dei quali ora oggetto delle indagini delle forze dell’ordine per l’offensiva lanciata nelle chat, con tanto di minacce, contro il governo.
Clima decisamente più soft nel convegno sassarese, contraddistinto da un’ampia cartellonistica con messaggi dove si rifiuta “il ricatto vaccinale”, si citano le parole di autori distopici come Aldous Huxley e George Orwell e si equiparano le politiche governative di contenimento dell’epidemia con quelle naziste. La riunione comincia con un minuto di silenzio “in onore delle vittime del vaccino”, molte delle quali vengono ricordate dai vari speaker a voce o nei fogli messi sulla gradinata. Formato un cerchio, al cui interno bruciano delle candele da cimitero, alcuni tra i presenti richiamano “la costituzione tradita”, secondo loro, dai decreti legge che impongono l’obbligo vaccinale o il pass oppure si respinge l’idea di diventare “cavie” per la presunta sperimentazione della profilassi.
Non mancano le grida di “Libertà!” e i consueti attacchi contro la stampa definita il “vero virus.” Tutti rifiutano la patente di no vax e, soprattutto, di “terroristi“; il problema, a sentire gli oratori, è sempre il vaccino, la cui imposizione, insieme al passaporto verde, lederebbe, come recita un cartello, “i diritti fondamentali dell’uomo”. Intanto il premier Draghi, indifferente alle proteste, procede con la campagna vaccinale, contemplando, insieme al governo, di estendere l’obbligatorietà dell’immunizzazione.
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