Progetto di ristrutturazione a Punta Giglio: i dubbi degli ambientalisti

Il progetto di ristrutturazione a Punta Giglio.

Le associazioni ambientaliste e culturali Grig, Lipu, Legambiente, Wwf e Nel Vivo della Storia, hanno avuto un incontro, nelle settimane scorse, con i vertici del parco regionale di Porto Conte per prendere visione del progetto di ristrutturazione degli edifici del secondo conflitto mondiale di Punta Giglio. Il progetto della trasformazione delle strutture architettoniche del secondo conflitto mondiale in ricettive è stato presentato dal vicepresidente della cooperativa proponente vincitrice del bando pubblico e dai progettisti.

I rappresentanti delle associazioni ambientaliste e culturali hanno constatato che rispetto alla prima stesura, circolata tempo fa, che destava molta preoccupazione, l’attuale elaborazione risulta modificata. Infatti, dai 70 posti letto ipotizzati inizialmente si è scesi a 22 ed è stato previsto uno spazio museale, anche se non è stato esplicitato lo specifico allestimento. Ed è sembrato di capire che parte dello spazio museale sia, in realtà, l’area comune della struttura ricettiva e coincidente con le pareti che presentano i disegni e graffiti che costituiscono parte significativa della memoria storica del fabbricato.

“Per una visione complessiva si resta in attesa di una più esplicita e definitiva documentazione progettuale – commentano – poiché è stato rilevato che l’attuale stesura è in fase di elaborazione e di autorizzazione in quanto ha avuto un primo passaggio nell’ambito di una conferenza di servizi che ha coinvolto vari enti di controllo: locali, regionali e nazionali. Molto resta ancora da accertare e valutare da parte degli stessi enti istituzionali preposti alla verifica del progetto. In particolare, sono opportuni e necessari dei chiarimenti sugli scavi interni alla caserma per abbassare il piano di calpestio e costruire un soppalco”.

I rappresentanti delle associazioni ambientaliste e culturali, pur prendendo atto delle modifiche già intervenute, mantengono molti dubbi ed espresso altrettante perplessità su diverse scelte di tipo giudico-amministrative e progettuali presentate nel corso dell’incontro.

Un altro aspetto critico rilevato riguarda gli scavi per la condotta della fognatura e della rete idrica. “Si tratta di uno scavo, profondo 50 centimetri e largo 40, di oltre 3,5 chilometri da realizzare anche lungo il sentiero sul quale peraltro fioriscono, nel periodo primaverile, le orchidee tipiche del sito di interesse Comunitario di Punta Giglio – commentano gli ambientalisti – . La condotta fognaria dalla punta del Giglio dovrebbe raggiungere la stazione di trattamento di Maristella. La condotta fognaria e la rete idrica appaiono, a nostro parere, e in tutta evidenza delle infrastrutture vere e proprie in area parco e di massima tutela. I rappresentati delle associazioni ambientaliste e culturali ritengono che lo scavo per realizzare le infrastrutture primarie debbano essere evitate, anche per scongiurare eventuali future richieste di ampliamenti della struttura ricettiva”.

Un altro aspetto rilevato è quello della trasformazione della cisterna con l’eliminazione della copertura in “vasca ludica” (così definita dai progettisti). Ci si chiede che bisogno possa esserci di una simile scelta progettuale in un’area di alto pregio naturale Sito di Interesse Comunitario, Zona di Protezione Speciale e International Bird Area. I rappresentati delle associazioni ambientaliste e culturali auspicano che la cisterna venga sottoposta a restauro conservativo mantenendo la copertura e un utilizzo più appropriato alla funzione originaria: essa serviva ad uso alimentare e igienico. “A nostro avviso, va restaurata, intesa come “memoria” e lasciata quindi come parte significativa della memoria del luogo e da integrare al museo a cielo aperto”, commentano gli ambientalisti.

Infine le associazioni hanno evidenziato come criticità il fatto che il progetto di ristrutturazione degli edifici del secondo conflitto mondiale di Punta Giglio vada a realizzarsi in assenza del Piano del Parco e dell’aggiornamento del Piano di gestione del sito di interesse Comunitario: “Mancano strumenti di gestione che forniscano una visione di insieme e organica sul governo dell’area protetta nella quale si trova anche questo bene comune di Punta Giglio”.

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