La rabbia dei commercianti di Sassari nel giorno della grande protesta nazionale

La rabbia dei commercianti di Sassari.

Indignazione e rabbia. Sono questi i sentimenti espressi dalla Confesercenti di Sassari per l’istituzione della zona rossa in Sardegna. Una situazione che, per almeno 2 settimane, determinerà restrizioni e obblighi. Un clima di incertezza che sta alimentando atteggiamenti in cui il fattore pazienza pare agli sgoccioli.

“Sono indignato perché la scelta influisce su questa situazione imposta dai numeri, la mala gestione e la scarsa organizzazione a cura della macchina regionale, guidata con evidente incapacità che vede il piano vaccinale in forte ritardo e disordinato. Prova ne sia, le lunghe file di anziani che nei giorni scorsi si sono recati in Promocamera, per ricevere il vaccino, costretti ad attendere il proprio turno, in piedi e al freddo – afferma il presidente della Confesercenti di Sassari e Gallura, Giuseppe Boccia -. Ed è altrettanto palese l’indignazione per gli accessi senza controllo nel periodo pre-pasquale, in cui oltre 20mila persone sono entrate in Sardegna, provenienti da zone arancio-rosse. Stesso discorso per le dichiarazioni del presidente Solinas, che insieme all’assessore alla Sanità regionale, nel momento dell’istituzione della zona bianca rivendicava a gran voce i meriti del risultato, ma ora scarica le responsabilità della zona rossa, su imprese e cittadini”.

Secondo la Confesercenti saranno ancora le imprese a pagare il prezzo più caro di questa tragica situazione, alla quale si aggiungono quei settori come bar e ristorazione, già penalizzati e stremati anche in zona arancione da chiusure prolungate nel tempo. Estenuanti apri-chiudi che registrano la mancanza degli ulteriori ristori promessi ma ancora oggi inesistenti, anche se annunciati con prosopopea più volte. Da qui la rabbia, secondo Boccia, che sarà sempre più difficile frenare e che porterà in piazza oggi a Roma, una contestazione che si preannuncia caotica e non facile da gestire.

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