Rachele, la bambina di Sassari che sfilerà per i brand di alta moda internazionali

La piccola è stata selezionata da un’importante agenzia di casting.

Una bambina sassarese proiettata nell’empireo del fashion. Rachele Bertulu, sette anni, sta per debuttare su una passerella di caratura nazionale e internazionale, modella “per gioco” di brand da sogno. “Dopo aver partecipato al casting di una grossa agenzia – spiega la madre Chiara Trapani – è stata scelta per un importante evento fieristico in programma a breve”. Top secret location e mega-marchio che sigilla i giorni del glamour davanti a platee americo-eurasiatiche dai portafogli pesantissimi e l’occhio clinico di chi vuol rifarsi una qualche dozzina di guardaroba. Moda quindi, e mannequin giovani e giovanissimi come Rachele, peraltro non nuova alla dimensione patinata della pubblicità. “Ha già lavorato- rivela papà Antonio –per Bruns e ha vinto, all’età di un anno e mezzo, il concorso online della Chicco”.

Oggi però il salto è interplanetario e le forze in campo sono da armata dell’haute-couture. “Ma lei si diverte e basta – rispondono i genitori –e noi le saremo sempre vicino per supervisionare e tutelarla”. E proteggere l’oro della sua bellezza lodata da chiunque: “E’ mia figlia – afferma Chiara – e la vedo bella comunque ma quando te lo dicono tutti ci credo ancora di più”. Tra quei ‘tutti’ alcune case di produzione cinematografiche che l’hanno già attenzionata ma pure su questo cala una cortina di silenzio, un po’ per scaramanzia, un po’ molto per le clausole contrattuali. “Spero che mia figlia – considera Antonio – apprezzi di più la propria bellezza interiore. Quella fisica è effimera e soggetta all’inesorabilità del tempo”.

Inevitabile chiedere da chi abbia preso Rachele. “E’ un perfetto mix – rivela la mamma – fisiognomico e caratteriale di entrambi”. Di una coppia sardo-sicula che vede nella figlia un tratto distintivo tutto suo: “Vuole aiutare gli altri, è un’attitudine che le riconosciamo”. A scuola predilige matematica e materie scientifiche ma è troppo prematuro parlare di vocazione professionale: “A noi interessa che sia felice e realizzata come persona. Il resto si vedrà”. Compreso l’eventuale indirizzo artistico, tutto da progettare. “Penso solo- riflette Antonio, un passato da cantante lirico- che è un ambiente in cui non si può essere lasciati soli, neanche da adulti”. L’imperativo resta sempre il ‘divertimento’ della bambina, che deve essere “compatibile con tutti i suoi altri impegni”. Nel frattempo cominciano a illuminarsi le luci della ribalta per la sfilata prevista tra qualche settimana e per Rachele Bertulu che, chissà, “per gioco” potrebbe diventare un’icona del fashion.    

Condividi l'articolo