Chili di reti e materiale ad alto rischio inquinante davanti alla Centrale di Fiume Santo

L’operazione della Guardia Costiera.

Nella giornata di ieri, la Guardia Costiera di Porto Torres ha recuperato dal fondale marino circa 400 chilogrammi di reti fantasma nello specchio acqueo antistante la Centrale di Fiume Santo.

Materiale pericoloso e inquinante.

Tale materiale, conosciuto anche come “muro della morte”, oltre a costituire uno strumento altamente pericoloso e inquinante per la flora marina a causa della dispersione di microplastiche, rappresenta un pericolo anche per specie marine come tartarughe e cetacei che ne possono rimanere intrappolate. L’attività ha potuto contare sulla collaborazione con il Rotary Milano Scala, il quale ha sostenuto le spese connesse allo smaltimento del materiale nella specifica attività.

La campagna nazionale.

L’attività posta in essere a Porto Torres, la quale si inserisce in una campagna più vasta avviata a livello nazionale dalla Guardia Costiera già dal 2019 su mandato dell’allora ministero dell’Ambiente e che fino ad oggi ha permesso di rimuovere dal fondale oltre 12 tonnellate di materiale, proseguirà nell’ambito della campagna ambientale “reti fantasma 2021” e andrà avanti per tutto l’anno con l’obiettivo di rafforzare la tutela dell’ecosistema marino.

La collaborazione tra la Guardia Costiera e il Rotary, i quali hanno operato sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Olbia, diretta dal capitano di vascello Giovanni Canu, è stata fondamentale ed è la testimonianza di come una sinergia tra amministrazioni pubbliche e associazionismo privato può produrre degli eccellenti risultati a beneficio del “bene comune mare”. Le reti abbandonate rimosse dai fondali marini sono poi state avviate a smaltimento previa distruzione.

La soddisfazione.

Il comandante della Capitaneria di porto di Porto Torres Gianluca Oliveti e Gabriele Grandini del Rotary Milano Scala hanno espresso grande soddisfazione per i risultati conseguiti con questa attività, finalizzata anche a favorire una maggiore educazione ambientale soprattutto verso i più giovani e in modo particolare sui danni provocati dalla dispersione di rifiuti in mare e di come questi possono rappresentare un grave pericolo non solo per le nostre coste e i nostri mari ma anche per la nostra salute.

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