Sassari, appello al ministro della giustizia per l’anarchico Cospito: “Così morte inevitabile”

Cospito

L’appello per la liberazione dell’anarchico Alfredo Cospito.

Una raccolta firme per chiedere la cessazione dell’applicazione del regime del carcere duro nei confronti dell’anarchico Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Sassari, è stata sottoscritta da alcuni intellettuali di rilievo nazionale. Dopo 80 giorni di sciopero della fame, l’anarchico peserebbe adesso 35kg e sarebbe vicino alla morte. Per questo un gruppo di intellettuali avrebbe deciso di rivolgere un appello al ministro della giustizia Carlo Nordio.

Cospito, 55enne di Pescara residente da sempre a Torino, nel 2013 è stato condannato a dieci anni e otto mesi di reclusione per aver gambizzato a colpi di pistola a Genova il dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi. Dopo l’incarcerazione è stato condannato a 20 anni per aver posizionato, nella notte ​​tra 2 e 3 giugno 2006, due pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Le bombe, che esplosero a mezz’ora di distanza l’una dall’altra, erano state realizzate con una pentola a pressione e un tubo di metallo con dentro 800 grammi di polvere pirica L’esplosione non causò né morti, né feriti e per questo attentato Cospito e Anna Beniamino venne condannato a 20 anni di carcere.

Cospito ha iniziato lo sciopero della fame lo scorso aprile, dopo sei anni di detenzione, perchè sottoposto al regime detentivo del 41-bis, il “carcere duro”, e perchè potrebbero non essergli mai applicati i benefici di legge.

La raccolta firme conterebbe, al momento, una quarantina di adesioni, tra cui quella del presidente emerito della corte costituzionale ed ex ministro della giustizia Giovanni Maria Flick, Gherardo Colombo, ex magistrato di Mani Pulite e oggi presidente della Garzanti Libri, del filosofo Luigi Ferrajoli, del presidente dell’unione delle camere penali Giandomenico Caiazza, degli ex magistrati Beniamino Deidda, Domenico Gallo, Nello Rossi, Livio Pepino, di Franco Ippolito, del filosofo Massimo Cacciari, dell’attore Moni Ovadia, di don Luigi Ciotti e di padre Alex Zanotelli, missionario comboniano.

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