Le lauree scientifiche a Sassari sono al maschile: le donne sono meno del 10%

Nelle materie scientifiche sono poche le lauree delle donne.

All’Università di Sassari solo il 9,62% delle donne sceglie lauree in corsi scientifici. Un divario ancora più ampio rispetto a ciò che emerso all’Università di Cagliari, dove sono il 21,2%, numero che comunque racchiude un gap di genere da colmare.

Ciò nonostante il numero delle laureate (sul totale dei laureati) prevalga nettamente sui laureati maschi, con una media del 61% all’Università di  Cagliari e del 65,95% all’Ateneo Sassari. È emerso dal convegno “Donne scienza e innovazione per una Sardegna competitiva”, organizzato dalla Commissione Regionale per le Pari Opportunità. Assieme a Sardegna Ricerche in collaborazione con il Crs4 e le due Università di Cagliari e Sassari. A Pula, nella sala Auditorium del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna.

Le materie Stem

Un’occasione per approfondire il ruolo della ricerca in Sardegna, le opportunità offerte delle materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) come percorso di studio e ricerca per le giovani donne, e far conoscere alcune delle eccellenze sarde nella campo della ricerca e della tecnologia. La situazione non è differente in Europa e nel mondo sussiste, dove nelle materie Stem, su 10 lauree solo 4 sono di donne. Questo dato ha conseguenze importanti in termini di disparità di genere, poiché le materie scientifiche offrono percorsi di carriera più retribuiti e con maggiore stabilità.

Il presidente Solinas

“Oggi, sono sempre di più le donne che in Sardegna lavorano nel campo della scienza portando avanti ricerche innovative. La promozione delle donne nella ricerca è una sfida  importante per lo sviluppo della nostra terra – ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas -. Il loro contributo, infatti, è essenziale per ampliare ulteriormente le prospettive nella ricerca scientifica. È nostro dovere creare sinergie tra le istituzioni per valorizzare e trattenere i nostri talenti, garantendo a tutti e a tutte la possibilità di esprimere il loro potenziale. Per crescere bisogna investire sempre di più in ricerca, innovazione e sviluppo sostenibile”.

L’assessora Lai

La Regione Sardegna ha investito risorse importanti per promuovere la parità di genere, di cui 314 milioni di fondi PORFESR 2021-27. Sul tema del divario di genere è intervenuta l’assessora regionale del Lavoro, Ada Lai, la quale ha dichiarato che “per  colmare il cosiddetto gender gap e incentivare la partecipazione delle ragazze nelle discipline STEM è necessario attivare un processo di consapevolezza già dall’infanzia. Dobbiamo partire dall’abbattimento degli stereotipi di genere – ha sottolineato Lai – che condizionano le bambine e le ragazze, perché le diseguaglianze di genere hanno radici profonde che riguardano il contesto familiare e culturale, prima ancora di quello lavorativo. Ci vorrà tempo, ci vorrà tanto lavoro, ci vorrà un profondo impegno da parte delle istituzioni, ma dobbiamo educare le giovani alla parità. L’assessorato regionale – ha concluso l’esponente dell’esecutivo Solinas – sta facendo la sua parte, investendo nell’alta formazione e nei voucher di conciliazione”.

Le scuole del Sassarese sono indietro per quanto riguarda le competenze scientifiche degli studenti e pesano ancora profonde differenze di genere. A decretarlo è uno studio accurato condotto da Openpolis, il quale, analizzando diverse realtà in Italia, ha riscontrato che a pesare su questo aspetto è anche il sessismo ancora radicato nel nostro Paese.

Le analisi di Openpolis

Tra le città valutate nel rapporto c’è anche Sassari, dove le competenze raggiunte dalle ragazze nei test Invalsi sono 10 punti sotto la media (di 200 in Italia). Questo significa che le studentesse del nord Italia hanno più possibilità di intraprendere una laurea negli Stem rispetto alle ragazze che studiano a Sassari e più in generale nel Mezzogiorno. Nel Sassarese le bambine sono più svantaggiate anche nei confronti dei loro compagni di classe. Il livello di competenze ottenuto dalle alunne agli Invalsi, infatti, del 173,35 (media Italia: 200), contro quello del 179,99 dei compagni maschietti.

Secondo il rapporto di Openpolis, in terza media si aggravano le differenze di genere tra maschi e femmine. Questo aspetto è più contenuto nel nord-est, mentre sale al sud e le Isole, tra cui la Sardegna. Nel 43% delle città dell’Italia nord-orientale i risultati delle studentesse nei test numerici Invalsi superano di oltre 10 punti la media nazionale. Il Sassarese resta, a causa di stereotipi, uno dei territori che, nonostante le ragazze siano più brave a scuola e si laureano di più, ottengono però risultati molto bassi nelle materie scientifiche.

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