Bilancio positivo secondo il sindaco di Sassari per sé stesso e la sua giunta dopo due anni e mezzo di mandato.
Due anni e mezzo di vita e farli sentire tutti. Il sindaco di Sassari applaude se stesso e la sua giunta, questa mattina a Palazzo Ducale, in occasione del tradizionale bilancio di metà mandato. Dodici le voci illustrate dal primo cittadino in un’ora e mezza di relazione, premessa da una considerazione sul suo stato di salute: “Non ho e non ho mai avuto il covid”. Dopo la rassicurazione personale arriva, per tutti, il conforto delle cifre: grazie al governo civico piovono milioni di euro su Sassari dopo, a suo dire, la grande siccità finanziaria dei quindici anni pd.
La parte del leone la fanno le grandi opere: 63 milioni tra centro intermodale e metropolitana di superficie per il tratto di Santa Maria di Pisa-Li Punti. Col Pinqua, programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, stanziati dal ministero trenta milioni da dividere per la rigenerazione urbana di Centro storico e Latte Dolce, le “cenerentole” cittadine; 14 i milioni per le infrastrutture della viabilità, tra “interventi effettuati, avviati e comunque finanziati” tra luglio 2019 e gennaio 2022; dieci circa quelli destinati a mitigare il rischio idrogeologico. Una sommatoria che comprende anche le rimodulazioni dei progetti ereditati, “bocciati” e ripensati, tra l’Iti del Mercato civico e quello della Valle del Rosello, “da rifare per incompatibilità con le problematiche del rischio idraulico”. Un vero e proprio “piano Marshall” in definitiva, come definito dal primo cittadino, che riempirà le casse comunali di poco meno di 160 milioni di euro, tutti targati Campus, senza nessuna complicità delle passate (tre) consiliature.
Poche le falle, a sentire il leader civico, di questo Bengodi, se si eccettua il capitolo “Ambiente e verde pubblico” col criticato nuovo appalto dell’Igiene urbana, in fase di assestamento dopo infinite traversie. Resta la tredicesima voce, quella politica, a zoppicare, almeno per l’opposizione. Campus assolve una volta di più il “peccato originale” dell’ingresso pentastellato tra le file della maggioranza prima e, di recente, anche in giunta con l’arrivo della cinquestelle Laura Useri. La bordata giunge però al nemico interno, quella “Sassari civica” definita in “malafede” allontanata “per assoluta incompatibilità dei loro comportamenti e atteggiamenti politici con il resto della iniziale maggioranza”. La compagine civica è quindi compatta e coesa, conclude il sindaco, lavora per la città e “non per le preferenze nelle schede elettorali”. Una considerazione che solo i prossimi due anni e mezzo potranno confermare o smentire.