Il commissario dell’Ats Temussi: “Pronti per terza dose di vaccino”. E tranquillizza sui medici no vax

Il commissario dell’Ats-Ares Massimo Temussi dichiara che l’isola si farà trovare pronta per la somministrazione della terza dose di vaccino.

Anche la Sardegna si prepara a somministrare la terza dose di vaccino anti-covid. Lo dichiara Massimo Temussi, commissario straordinario dell’Ares-Ats Sardegna, raggiunto oggi al telefono. Manca il semaforo verde del ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità e del Comitato tecnico scientifico ma la strada, dopo il sì pronunciato venerdì  scorso dal premier Draghi, sembra tutta in discesa per il richiamo su scala nazionale.

“Stiamo già attivando”, afferma Temussi, “gli hub vaccinali dell’isola e contiamo di essere pronti per metà settembre. Noi proponiamo che vengano anche utilizzati gli ambulatori e i medici di famiglia. Intanto aspettiamo il piano nazionale e quello di fattibilità del Cts.” A motivare l’ulteriore profilassi il calo della protezione vaccinale registrato da alcuni studi internazionali dopo il trascorrere di diversi mesi dalle prime somministrazioni. “Le prime categorie interessate”, continua il commissario Ats, “saranno i pazienti fragili e gli operatori sanitari”. Proprio su questi ultimi, e in particolare sui cosiddetti obiettori contrari alla vaccinazione- nonostante l’obbligo di legge- e per questo sospesi dal lavoro, Temussi si esprime così: “Devo dire che molti di loro si sono adeguati e hanno già proceduto a effettuare la prima dose. Ricordo però che non sarà possibile rientrare in servizio senza aver completato il ciclo delle due iniezioni.”

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Il commissario Ares interviene poi, a titolo personale, sull’andamento dell’epidemia: “Abbiamo visto ricoveri e morti di quaranta-cinquantenni non vaccinati. Ben venga l’obbligatorietà vaccinale se evita il propagarsi della pandemia.” Un’ultima annotazione la riserva alle presunte frizioni con la Regione e, soprattutto, con l’assessore della Sanità Mario Nieddu: “I rapporti personali sono ottimi. Noi siamo un’azienda con migliaia di dipendenti e sempre in prima linea. Talvolta possono capitare delle incomprensioni.”