Da Alghero a Castelsardo il paradiso dell’aragosta rossa

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Si lavora per il ripopolamento.

Castelsardo, e nello specifico l’area marina di ”Schina Cavaddu”, sulla costa settentrionale della Sardegna, con Alghero e l’Isola rossa, sono state individuate dalla Regione quali sottozone in cui verrà prorogato di 24 mesi il divieto di pesca del crostaceo Palinurus elephas Fabricius, nome scientifico dell’aragosta rossa Mediterranea, per incentivarne il ripopolamento attivo. La cornice entro cui si staglia il divieto è un programma finanziato da una legge regionale del 2006, che dava disposizioni in materia di pesca.

Il “Programma di ripopolamento dell’aragosta rossa (Palinurus elephas)”, ha previsto l’istituzione di 5 zone di ripopolamento dell’aragosta, suddivise in 11 sottozone, in cui è stato rilevato ”un significativo incremento della biomassa e della densità della risorsa aragosta e di tutte le specie ad essa associate e una sostanziale ricostituzione della popolazione; un significativo aumento della produttività dell’aragosta si è registrato anche alla aree commerciali di pesca circostanti (spillover)”, come si legge testualmente dal decreto esecutivo.

Nella suddette zone, è vietata la pesca di fondo intesa come qualsiasi attività di pesca in cui l’attrezzo si trova o può trovarsi a contatto con il fondale marino nel corso delle normali operazioni di pesca. E’ consentita la cattura di esemplari di aragosta rossa solo quando l’operazione è esplicitamente all’interno di una ricerca di carattere scientifico, previo ottenimento di apposita autorizzazione rilasciata dal Servizio Pesca e acquacoltura dell’Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale.

Il comitato tecnico consultivo Regionale della Pesca già l’11 settembre 2018 aveva espresso parere favorevole alla proroga del divieto, giacché in questo modo non sarebbero stati vanificati i risultati positivi al netto della tutela e della ricostituzione delle risorse biologiche ottenuti.

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