La scelta di Giovanni Antonio Loi a Ozieri.
Da qualche giorno la comunità di Ozieri, ha accolto un nuovo prete. Si tratta di Giovanni Antonio Loi, 49 anni, originario di Sassari, anche se la sua famiglia sin dalla sua giovane età si è trasferita a Monti. Loi è diventato vicario parrocchiale di don Roberto Arcadu, che da quattro anni guida la parrocchia di San Francesco.
Il cammino spirituale di Loi è atipico, ma non per questo meno convinto. Dopo aver lavorato per molti anni in qualità di direttore per una multinazionale anglo americana, che si occupa di servizi per società finanziarie e banche, nel 2010 inizia ad avvertire dentro di sé che qualcosa sta cambiando.
Decide di prendersi una pausa dal lavoro e si dimette dal suo ruolo apicale. Sente che una “chiamata” e decide di trascorrere un anno in giro per il mondo per ascoltare la voce di Dio. Nel 2011 entra a far parte a Roma della comunità formata da Chiara Amirante 25 anni prima. La comunità si occupa di andare incontro alle persone che stanno in strada, che vivono la morte dell’anima, che provano a rialzarsi aiutati dal cammino spirituale che si fa in comunità.
Si trasferisce poi a Piglio, in provincia di Frosinone, dove si prende cura in un convento francescano di giovani che hanno problemi di tossicodipendenze ed alcoolismo. Nel 2013 di rientro da un viaggio in Terra Santa, Loi chiede ad Amirante ed al Rettore di poter fare l’ingresso ad un corso di formazione umano, spirituale e di discernimento, che lo porterà all’ammissione agli ordini sacri del diaconato prima e del presbiterato poi.
Alcune settimane fa, il vescovo Corrado Melis lo ha nominato vice parroco della parrocchia di San Francesco, al fianco di don Roberto Arcadu. Di lui il sacerdote dice: “Don Antonio è un nuovo collaboratore parrocchiale che mi aiuta con la pastorale, sia nella parrocchia di San Francesco che nelle altre parrocchie quando richiesto, per manifestare al mondo che Dio ama l’uomo. Svolgiamo il nostro servizio impegnandoci ad amare Dio prima di tutto e da lì trarre l’amore da dare ai nostri fratelli e sorelle”.