Il Partito dei Sardi affila le armi per le elezioni comunali di Porto Torres

Il Partito dei Sardi verso le amministrative.

L’obiettivo del Partito dei Sardi, a Porto Torres, è quello di combattere la disgregazione sociale, la mancanza di prospettive e l’incapacità di mettersi insieme per dare risposte ai problemi. In sostanza un ruolo di cerniera attraverso il superamento degli steccati ideologici.

Così, a pochi mesi dalle elezioni amministrative, proseguono i contatti e gli incontri con tutte le formazioni politiche. In particolare con il Partito Democratico e il Partito Sardo d’Azione, provando inoltre a mettere insieme le forze civiche.

“La città è stata a lungo protagonista e per anni ha guidato l’economia dell’isola e vanta infrastrutture non solo regionali ma più largamente mediterranee – ha affermato il coordinatore cittadino, Alessandro Pinna -. E dispiace che nessun ruolo importante sia stato assegnato ai turritani. Perciò intendiamo costruire un gruppo di governo dando spazio a tutti, migliorando la qualità della vita per chi ci vive e chi arriva, consentendo la partecipazione del privato“.

Dello stesso parere Nando Nocco, vice coordinatore: “Soffriamo la mancanza di una classe dirigente autorevole. È da sottolineare che a pochi mesi dalle elezioni c’è un silenzio assordante. Per questo vogliamo convocare un tavolo il prima possibile. Anche noi abbiamo un nome da spendere nell’eventualità di primarie assieme a chi ci sta. Prima discuteremo dei programmi e poi avvieremo il confronto. Diciamo no a sindaci già scelti“.

Il partito rivendica inoltre il diritto alla continuità territoriale che mina la vita dei sardi. Un problema dovuto alla mancanza di unità tra le diverse forze politiche che col passare del tempo hanno mortificato questo diritto. Una visione cosmopolita, quella di Porto Torres, dove tutti possono avere la possibilità di realizzarsi umanamente, socialmente ed economicamente. Nondimeno l’importanza del federalismo nella redistribuzione degli enti combattendo il cagliaricentrismo che ha visto l’esclusione del centro turritano dal comitato portuale dove figurano, invece, Cagliari e Olbia.

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