Continua a far parlare il caso del cardinale Angelo Becciu.
Torna sotto i riflettori la vicenda giudiziaria che ha travolto il cardinale Angelo Becciu, già condannato in primo grado a cinque anni e sei mesi di reclusione per lo scandalo legato all’acquisto di un immobile di lusso a Londra con fondi della Segreteria di Stato vaticana. Con lui erano stati riconosciuti colpevoli anche i finanzieri Raffaele Mincione, Enrico Crasso e Gianluigi Torzi, in un’inchiesta che ha scosso dalle fondamenta le finanze della Santa Sede.
Nel contesto di questa complessa rete di accuse e intrecci, spunta ora un nuovo filone che riguarda Francesca Immacolata Chaouqui. Il tribunale vaticano ha aperto a suo carico un fascicolo per tre ipotesi di reato: traffico di influenze, falsa testimonianza e subornazione. Secondo quanto emerso, la Chaouqui sarebbe sospettata di aver ricevuto denaro da un’altra testimone al fine di interferire con le dichiarazioni di monsignor Alberto Perlasca, figura chiave e principale accusatore del cardinale Becciu. Un’accusa che, se confermata, aggraverebbe ulteriormente il quadro già delicato che ruota intorno al caso.
La seconda contestazione riguarda presunte dichiarazioni mendaci rese durante il dibattimento, mentre il terzo capo d’imputazione le attribuisce la responsabilità di aver spinto un testimone a fornire dichiarazioni false nel corso del processo. Il promotore di giustizia vaticano dovrà ascoltare la Chaouqui, che in passato era stata chiamata da Papa Francesco a contribuire alla riforma della gestione finanziaria della Santa Sede. Figura già nota per il suo coinvolgimento nel caso Vatileaks 2, fu condannata nel 2016 a dieci mesi di reclusione, pena sospesa, per illecita diffusione di documenti riservati insieme a monsignor Lucio Vallejo Balda.