Contratti dei sanitari in scadenza, l’allarme dei sindacati

I ritardi della politica nella sanità della Sardegna.

Inequivocabilmente la pandemia ha messo in luce l’inadeguatezza del sistema sanitario, specie quello della Sardegna. Il punto più critico è la carenza degli organici. Fatto che ha messo in ginocchio l’assistenza in ogni angolo dell’isola, ledendo la dignità di utenti e lavoratori. Carenze che, sottolineano Gianmario Sardu e Davide Ruzzu, del coordinamento sanità Cisl, sono da anni motivo di denuncia da parte delle organizzazioni, certamente da ben prima dell’avvento della crisi pandemica. In un’ottica puramente ragionieristica e di asettico contenimento dei costi gestionali, le aziende, con l’avallo della politica, hanno costantemente agito sul costo del personale, con tagli scellerati e indiscriminati.

“A tutt’oggi, in tema di contingenti, si ragiona sulla base di superati criteri minimi di accreditamento regionale che evidentemente non garantiscono una dignitosa assistenza, sia pur di base, alla cittadinanza e caricano il personale operante oltre ogni ragionevole logica, aggiungendo inoltre stress, e costi, legati a sempre più diffuse rivalse legali. Il Covid ha semplicemente aperto gli occhi di tutti, ma non quelli degli amministratori pubblici che, mandato dopo mandato, continuano a scaricare le responsabilità della situazione sui loro predecessori”, affermano i sindacalisti.

A meno di un mese dalla scadenza contrattuale di centinaia di lavoratori interinali del nord ovest Sardegna, la politica regionale non ha adottato alcun provvedimento sanatorio. Un ritardo istituzionale intollerabile, se si pensa che in questi mesi non si è voluto dar gambe a selezioni e concorsi che invece potevano giustificare legalmente il loro riassortimento con contrattualizzazioni più dignitose. Si perderanno quindi altri colleghi e la nostra sanità sprofonderà ancor più.

“Non si possono comunque dimenticare svariate vertenze aziendali irrisolte e di cui, aldilà di sterili dichiarazioni di intenti, non si percepisce un reale interesse alla risoluzione. Criticità che interessano, a vario titolo, i lavoratori di Aou Sassari e di Asl Sassari – rimarcano Sardu e Ruzzu -. Parliamo ad esempio del mancato adeguamento dei sistemi indennitari (h 24, sub-intensiva), della mancata valorizzazione delle competenze acquisite dal personale, delle mancate nomine di incarichi di funzione e di coordinamento, delle irregolari procedure di scorrimento delle poche graduatorie utili, del sovraffollamento dei reparti, specie pronto soccorso e aree internistiche, della mancata istituzione delle “banche ore”, della mancata applicazione di regolamenti ampiamente approvati, mobilità interna, dell’annosa questione dei festivi infrasettimanali, di sicurezza dei lavoratori e dei loro familiari, di relazioni sindacali assenti, di partecipazione e confronto sulle riorganizzazioni aziendali, del mancato adeguamento ed erogazione dei buoni pasto“.

Secondo la Cisl, dunque, sarebbe l’ora di finirla con un’azione politica inefficace o tardiva che si disinteressa dei bisogni dei cittadini e delle condizioni lavorative ed economiche dei dipendenti. “Il coordinamento professioni sanitarie Cisl Fp Sassari giudica inevitabile elevare il grado di protesta e intende promuovere e sostenere eventuali iniziative di mobilitazione a difesa di lavoratori e cittadini. Per questo e molto altro, ritiene che sia giunto il momento di agire con fermezza ed incisività. Sarà nostro impegno sensibilizzare tutte le lavoratrici e lavoratori“, concludono.

Condividi l'articolo