Ascensori rotti e disagi, i disabili di Santa Maria di Pisa prigionieri delle loro case

In alcune vie del gli ascensori non funzionano e i disabili restano in casa.

A Santa Maria di Pisa il tempo si è fermato. Al secolo scorso. Nel popoloso rione di Sassari l’acqua, gli ascensori, i servizi per gli invalidi, hanno smesso di scorrere, salire, aiutare da decenni. Addirittura da prima del 2000: “Mia moglie, invalida, non esce di casa da 25 anni – dichiara Mario, residente in via Donizetti – . Da quando l’ascensore ha smesso di funzionare.” Lui, cardiopatico, non può di certo attendere un altro quarto di 21° secolo per smettere di usare le scale.

Quelle scale percorse su e giù migliaia di volte, nello stabile di fronte, di proprietà del Comune, per la stessa ragione: “Non ricordo più da quando è fermo”, rivela Cristina, la cui casa, per giunta, è all’ultimo piano. E arrivare lassù è un esercizio non solo fisico ma anche di visione. Ad ogni pianerottolo crescono le macchie di umidità sul soffitto, sino alle chiazze, giallognole e verdastre, dell’appartamento, distese dal soggiorno alla camera da letto, frutto delle violente piogge e dell’imperizia umana. “Sono venuti gli operai nel 2018”, ricorda la signora, “per riparare il tetto. Il risultato? Che ora ci piove in casa.” Un destino da condividere con Giovanni e Ylenia, padre e figlia, e alcuni abitanti di piazza Perosi, dove “quando apriamo il rubinetto di cucina allaghiamo l’abitazione di sotto mentre, se fa la stessa cosa chi vive sopra, allaga noi”, spiega la stessa Ylenia. La signora del secondo piano ha interrotto la maledizione idrica sostituendo la condotta. Di tasca sua.

Area dice che spetta a noi.” L’azienda regionale per l’edilizia abitativa, ente costruttore di questi complessi, per i cittadini della zona, latita da tempo. E, tra i tanti problemi, dai terrazzi fatiscenti alla generale incuria, uno si staglia per la sua assurdità: una rampa per disabili stretta e priva di corrimano. “Una signora è inciampata cadendo di faccia”, ci annuncia una compagna di pena, anche lei anziana e malferma, temendo che quella discesa possa essere fatale anche per lei. A meno che non scelga di chiudersi in casa in attesa che qualcuno risolva. Ma, a Santa Maria di Pisa, dove il tempo si è fermato, si rischia di aspettare molto. Magari una vita intera.

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